Ennesima promessa mancata, ennesimo annuncio da parte del dipartimento dei Beni culturali sulla soluzione ai problemi che ormai da anni affliggono i mille custodi siciliani. Anche il nuovo assessore Sebastiano Tusa non ha ancora mosso un passo nella lunga vertenza che vede i lavoratori attendere dal 2016 indennità di turnazione, tutela e vigilanza, straordinario, per un totale che varia dai 3 mila ai 4 mila euro ciascuno. Somme che sono state già stanziate ma ancora non erogate tra ritardi ed errori. Lo scrive il Sadirs, il sindacato autonomo dei regionali che torna ad alzare la voce e prepara nuove proteste ai Beni culturali e alla Funzione pubblica per sollecitare l’amministrazione regionale alla soluzione di un problema che ha ormai del clamoroso. Nei giorni scorsi il sindacato, con Peppino Salerno e Giuseppe Di Paola, aveva incontrato il nuovo assessore che aveva garantito un intervento rapido, nell’intento di placare gli animi alla vigilia delle festività di aprile e maggio, ma passate le feste nulla invece si è ancora mosso e il malcontento dei lavoratori sale. Ci sono anche problemi relativi alle mansioni svolte, perché spesso il personale impiegato di varie categorie opera nella completa confusione gestionale dei vari capi d’istituto.
Senza contare la carenza d’organico che causa serie difficoltà nella turnazione. “Si continuano a ignorare i disservizi e il malessere del personale, che a fronte di sacrifici e senso di responsabilità continua a essere trattato con superficialità dall’amministrazione. Questa situazione non è più tollerabile, il nuovo assessore abbia uno scatto d’orgoglio e intervenga in prima persona per risolvere almeno le questioni più urgenti relative ai pagamenti arretrati”.
Urge un tavolo di trattative con le organizzazioni sindacali. Per comprendere quali siano le reali intenzioni di questa nuova gestione, oltre alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Tusa ai vari giornali o emittenti televisive, il Sadirs chiede l’apertura di un tavolo permanente per affrontare le molteplici problematiche di questi lavoratori la cui opera è indispensabile per un corretto funzionamento della farraginosa macchina dei Beni culturali in Sicilia.
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