“Leggo dalla stampa di indiscrezioni di postazioni da ricoprire sulle nomine delle Asp siciliane e di attese da parte dei partiti. Sono d’accordo col Presidente della Regione, Renato Schifani, nel ribadire che l’unico interesse della politica debba essere quello di far sì che i migliori direttori generali possano guidare le Aziende Sanitarie e che sempre la politica non debba interferire in una procedura concorsuale in atto. Tengo altresì a precisare che la DC ha il solo interesse a dare alla sanità siciliana il meglio della governance possibile”. Lo dichiara il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro.
“Ogni tanto spunta una nomina. E ci stupisce sempre”, Giorgio Assenza – capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars – la porge come una battuta ironia. Ma c’è il malessere dei meloniani per le ultime mosse di un asse che sta prendendo corpo dentro la maggioranza, quello fra Forza Italia e la Dc di Cuffaro.
E per bilanciare questo fronte i parlamentari di FdI hanno deciso di serrare le file per far pesare la propria forza in vista delle nomine dei manager della Sanità pubblica.
Martedì sera nei semideserti saloni dell’Ars Assenza ha riunito i parlamentari di FdI. Ha ascoltato le proteste dei compagni di partito e insieme hanno pianificato la strategia di medio periodo. Quella che porterà da qui a un mese alle scelte sui manager di ospedali e Asp. “Ci sono partiti che non possono avere lo stesso peso specifico di Fratelli d’Italia” è la sintesi che Assenza consegna a fine riunione.
Il tema delle nomine è estremamente scottante. Alcuni giorni fa, Marcello Caruso, leader forzista e uomo ombra di Schifani, ha rinviato il confronto. Non una questione banale, e si è capito. Attualmente, il nuovo Piano del governo Schifani in materia di sanità, è ancora in gestazione negli uffici dell’assessorato alla Salute dopo il via libera all’altro Piano, quello sull’abbattimento delle liste d’attesa battezzato giorni fa dal direttore della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino. Schifani nel vertice ha chiesto un’accelerazione sulle nomine, e questo perché qualcuno, governatore in primis, teme tempi di attesa lunghi e troppi dubbi.