Diciotto giorni in ospedale, quasi un mese di malattia e condizioni anche molto serie ma alla fine ce l’ha fatta. Totò Cuffaro ha sconfitto il Covid19.
Lo ha annunciato lui stesso sui social oggi nel giorno di Santo Stefano, così come sui social aveva annunciato di avere contratto il virus.
“Cari amici, mi duole comunicarvi che attualmente mi ritrovo costretto in casa, a causa del temuto Covid che ha colpito anche me e e mia moglie. Le mie condizioni sono pressoché buone e volevo tranquillizzare tutti gli amici che quotidianamente mi contattano per chiedermi come stia. Il Covid è un male che si insinua in maniera silente, quindi, vi prego di fare attenzione ed evitare di trascurare le regole di precauzione imposte” aveva scritto su Facebook l’ex presidente della Regione sul suo profilo Facebook.
Allo stesso modo con un post semplice nel suo stile ha annunciato di aver vinto la sua battaglia. “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico. Sono io” ha scritto l’ex presidente della Regione in un post pubblico.
“Non era scontato che ci fossi – ha continuato -. Grazie ai medici, agli infermieri ed ai sociosanitari del 118, del Pronto Soccorso e della Radiologia dell’ospedale Cervello, della semi intensiva dell’ospedale Civico e soprattutto dell’Unita Rianimazione Intensiva dell’Ismett. Grazie a tutti voi per il vostro affetto e per le vostre preghiere”.
Cuffaro era stato ricoverato l’8 dicembre nel giorno dell’Immacolata, una settimana dopo il tampone risultato positivo. Una settimana durante la quale inizialmente era asintomatico poi, man mano, ha cominciato a sviluppare i sintomi e ad aggravarsi.
Con il ricovero era dovuto passare all’ossigeno con la cannula, poi con la mascherina e così via per effetto di una grave polmonite bilaterale.
L’annuncio della sua malattia aveva scatenato gli odiatori sui social. Si era assistito a post di persone felici della malattia, che auguravano di non guarire, di morire. Atteggiamenti condannati anche da molti avversari politici dell’ex President della Regione ma non da tutti. In tanti si sono limitati al silenzio.