Ho fatto un sogno. “Oggi cominciano le prove del Gran Premio del Tirreno. E già un bolide rosso di categoria F1E (erede delle vecchie e desuete monoposto dei gran premi) sfreccia a tutta velocità sul lungomare di Termini Imerese. Dopo avere toccato i 340 chilometri l’ora, decelera con un sibilo per curvare rapidamente verso l’entroterra.
Si percepisce appena la potenza del compressore a energia elettrica, una forza interiore capace di spingere nuovamente a tutta velocità, in pochi istanti, la monoposto in direzione della vecchia Strada statale 110, in direzione Cerda. I ruderi delle antiche tribune della vecchia “Targa” non ci sono più.
Floriopoli ha lasciato il passo ad un nuovo complesso, avveniristico ed a basso impatto ambientale. Lì viene ospitato il nuovo circuito della gara automobilistica, ideata e pensata da Vincenzo Florio più di cento anni fa. Musei, alberghi, sale congressi e parchi divertimenti, tutti declinati in modalità eco sostenibile, hanno fatto diventare quella zona di confine tra il mare e le Madonie una delle mete turistiche più ambite al mondo.
“E’ stata una sfida affascinante – racconta ai microfoni della tv cinese, la presidenta della Regione Siciliana, Sabrina Verdelli – ed oggi facciamo rivivere quella che era una delle zone più depresse del nostro territorio, segnata da decenni di sviluppo industriale pesante. Lo abbiamo fatto trasformando in plus quello che sembrava un gap irrimediabile, amplificando il valore delle nostre vocazioni territoriali, puntando a integrare cultura, tradizione e tecnologia futuristica. Oggi, gli insediamenti industriali green dell’automotive termitano richiamano ingegneri e tecnici da tutto il mondo. Grazie a questo intervento, sono stati salvati anche gli antichi borghi ed i paesi del basso madonita, oggi un esempio di sviluppo sostenibile, solidarietà e tutela ambientale”.
Poi mi sono svegliato. Ho sorseggiato il primo caffè, accendo la radio per ascoltare le ultime news. Appena il tempo di scoprire che la Sicilia è di nuovo alle prese con l’ennesimo buco di bilancio, situazione che si trascina da chissà quanto tempo e con il conseguente – ed amaro – blocco della spesa. Tutto stoppato, tutto grigio. Tutto antico e stantio.
Io sarò pure un sognatore, ma guardate che l’idea di un parco tematico dedicato all’epopea dei Florio, così come i progetti di rilancio industriale green, sono davvero cose reali. Non sono qui per rivendicare il copyright della proposta. Perché non è mio e, infatti, se ne discute da anni. Purtroppo, però, non se ne è fatto mai niente. Alla classe dirigente regionale di oggi, perciò, rimprovero soprattutto l’assenza di quel coraggio della fantasia, strumento necessario per sbloccare l’empasse in cui ci siamo cacciati.
E’ sin troppo semplice riporre nel cassetto progetti che spaventano per il loro carico di innovazione e di originalità. Così facendo, non sfuggiremo al costante declino che ci portiamo dietro oramai da anni. Certo, nulla è e sarà facile. Per cambiare le cose servono scelte istituzionali e “costituzionali”. Per consentire ai territori di agire, con sempre maggiore incisività, a favore dell’ambiente. Mi chiedo se a questo punto non sia auspicabile inserire in Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile, facendolo diventare il pilastro di qualsiasi strategia politica che concorra per il Governo del Paese.
Esiste già, in realtà, una proposta di legge che ha l’obiettivo di riconoscere nella nostra Costituzione il valore della sostenibilità e del diritto delle nuove generazioni a ricevere una società migliore. Non è il caso, forse, di avviare una campagna tra tutti coloro che ci credono, per un intervento che coniughi il rispetto dell’ambiente come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività?
Io sono pronto a fare di tutto per questa battaglia. E voi?
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