“Il parco e i giardini della Zisa restano interdetti ai soggetti portatori di handicap considerate le barriere architettoniche che ne impediscono l’accesso fin dall’ingresso”. Lo dice Totò Lentini, capogruppo dei Popolari e Autonomisti all’Ars e candidato sindaco di Palermo.
Lentini “Le barriere architettoniche non sono mai state abbattute”
“Sono trascorsi decenni dall’apertura dei giardini della Zisa, ma le barriere architettoniche non sono mai state abbattute – sottolinea Lentini – proprio a partire dagli ingressi che mettono in comunicazione il giardino con il limitrofo castello, con strettoie che impediscono o rendono molto difficoltoso il passaggio disabili e mamme con passeggini. Con la beffa delle rampe, presenti per favorire la movimentazione delle carrozzine, che finiscono contro il cancelletto chiuso”.
“Situazione ormai insostenibile”
Lentini continua: “Tutto questo per bloccare il passaggio di motorini, anche elettrici, che accedono ugualmente. Una situazione ormai insostenibile”.
Il candidato a sindaco del capoluogo dell’Isola denuncia altre criticità. “Il parco della Zisa è una delle bellezze di Palermo, anche perché è la porta d’ingresso al castello, patrimonio dell’umanità e tra i siti Unesco, dove i turisti arrivano e si trovano a fotografare la sporcizia davanti a un sito culturale d’eccellenza. Inoltre, non si è mai visto un agente della polizia municipale che vigili ed impedisca l’ingresso ai motorini, visto che i giardini sono frequentati da famiglie e bambini piccoli, così come è inammissibile che invece di garantire la custodia dei luoghi, si preferisca precluderli alle persone più deboli”.
“Si pensi ad area destinata a sgambatura dei cani”
“Senza parlare dell’accesso ai cani, le cui deiezioni – spiega Lentini – sono dappertutto all’interno degli spazi verdi. Non si è mai pensato ad attrezzare un’area destinata alla sgambatura. Ecco cosa vogliono i cittadini, vogliono attenzione sulle piccole cose. Palermo deve ancora fare tanta strada per essere una città accogliente e normale, al contrario di chi la vuol professare europea da oltre vent’anni”, conclude Lentini.
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