“Non si può pensare di riunire un tavolo tecnico sulla crisi idrica senza la partecipazione dei sindacati. Sarebbe una partenza a metà che rischierebbe di non centrare l’obiettivo e in questo momento di emergenza, si deve includere non escludere”. A dirlo Pino Foti, segretario generale Filctem Cgil Sicilia, il segretario generale Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli, il segretario generale Uiltec Uil Sicilia, Andrea Bottaro, che sollecitano il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro, a convocare prima possibile le sigle sindacali, all’interno del tavolo tecnico sull’emergenza siccità insediatosi recentemente.

La questione Siciliacque

“Attendiamo che si avvii un confronto su questo – aggiungono Foti, Trimboli e Bottaro – anche alla luce della questione Siciliacque che sembra attraversare una fase di difficoltà finanziarie, tali da mettere a rischio il rapporto con le ditte esterne che si occupano di manutenere gli acquedotti di approvvigionamento idrico a scala regionale. Questo stato di cose potrebbe compromettere l’erogazione idrica in caso di mancata riparazione”. A giugno dello scorso anno Italgas ha comunicato l’acquisizione, attraverso la Società Nepta, del 100% di Acqua S.r.l., che a sua volta detiene direttamente il 98,7% di Idrosicilia S.p.A. e, indirettamente, il 75% di Siciliacque S.p.A, società partecipata al 25% dalla Regione Sicilia e concessionaria della gestione idrica sovrambito regionale.

“Questa acquisizione ha rappresentato – proseguono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Sicilia – un cambiamento molto importante nel quadro della gestione del servizio idrico integrato dell’intera Regione, con possibili ripercussioni sulla qualità del servizio pubblico essenziale e sui livelli occupazionali del personale impegnato. Il gruppo dirigente di Siciliacque ha affrontato questa fase senza mai avvertire la reale necessità di avviare una concertazione con le organizzazioni sindacali di settore, nonostante le diverse richieste di incontro rivolte all’azienda. È ora che il governo regionali affronti questa questione, partendo dal confronto con i sindacati”.