“Il vero problema non è la crisi di governo, che ci può stare, ma la perdurante crisi sulle reali misure di politica economica a favore del tessuto produttivo”.
Il presidente regionale della CNA Sicilia, Nello Battiato, fa sentire la voce delle piccole e medie e imprese e degli artigiani in una fase in cui il Paese è alla ricerca di una nuova guida.
“Non vogliamo certamente entrare nel merito riguardo ai possibili scenari per l’uscita dalla crisi di governo – afferma Battiato – riponiamo grande fiducia nell’autorevole ruolo del Capo dello Stato, ma riteniamo che, in questo particolare momento, debba prevalere il senso di responsabilità dei partiti. I leaders e i parlamentari hanno il dovere di guardare prioritariamente alle dinamiche di interesse collettivo, piuttosto che alle poltrone o agli egoismi di aggregazione”.
Ritenga sia più utile il ritorno alle urne o la formazione di un nuovo esecutivo?
“A prescindere dal colore politico e da quello che verrà fuori dalle consultazioni avviate dal Presidente Mattarella, qualsiasi governo dovrà mettere mano ed affrontare una serie di punti nevralgici. Occorre orientare l’impegno e le energie per migliorare redditività e produttività, con occhio di riguardo per il sostegno agli investimenti, di cui la Sicilia ne ha urgente bisogno soprattutto in termini di infrastrutture e opere di manutenzione, e il contenimento dei costi diretti e indiretti. In modo specifico va stretto l’obiettivo sulla riduzione della pressione fiscale. Oggi siamo ad un livello inaccettabile. Non è possibile che un piccolo imprenditore sia costretto a lavorare fino al mese di settembre solo e soltanto per pagare ed onorare gli impegni con il fisco. Continueremo a fare pressing anche per la semplificazione della burocrazia, la conferma sulle ristrutturazioni in edilizia, l’incentivazione per la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese che sono il motore della crescita.
La flat tax era in agenda del governo uscente. Adesso pensate possa tramontare?
“Per la verità, anche con il governo Conte non c’erano garanzie sulla sua realizzabilità. Noi spingeremo affinché si vada avanti su questa strada, tenuto conto che comporterebbe un vantaggio per le piccole e medie imprese”.
Ci sono temi rimasti in sospeso: aumento differenziato dell’Iva e salario minimo. La CNA come si rapporta?
“In questa fase di stagnazione, qualsiasi aumento dell’Iva penalizzerebbe i consumatori e l’intera economia, così come valutiamo una scelta errata l’eventuale applicazione del salario minino: metterebbe soprattutto ai margini la contrattazione aziendale. Ma ovviamente stiamo parlando di una misura di cui non si conoscono i particolari”.
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