Non è un buon momento per l’economia siciliana, anche se gli effetti concreti della crisi delle imprese per l’emergenza sanitaria da coronavirus si potranno registrare soltanto tra qualche mese.
Secondo i dati pubblicati oggi dall’Osservatorio Unioncamere, che analizza l’andamento della nati-mortalità, regione per regione, in Sicilia nel I trimestre 2020 si è avuto un saldo negativo (-1.265), rispetto alle 446.442 registrate, una flessione di 0,27% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando le registrate erano 467.750. A fronte delle 6.785 nuove iscrizioni ci sono state 8.050 cessazioni.
Ecco i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese per provincia. Trapani: nuove iscrizioni 674, cessazioni 900, saldo -226; Palermo: nuove iscrizioni 1.509, cessazioni 2.008, -499; Messina nuove iscrizioni 741, cessazioni 828, saldo -87; Agrigento: nuove iscrizioni 661, cessazioni 722, saldo -61; Caltanisetta nuove iscrizioni 326, cessazioni 550, saldo -224; Enna: nuove iscrizioni 237, cessazioni 387, saldo -150; Catania: nuove iscrizioni 1.580, cessazioni 1.614, saldo -34; Ragusa: nuove iscrizioni 588, cessazioni 660, saldo -72; Siracusa: nuove iscrizioni 469, cessazioni 381, saldo +88. “Con riferimento alla forma giuridica – spiega il segretario generale Santa Vaccaro – prosegue l’andamento positivo delle società di capitali con una media del tasso di crescita di +1,17%; in terreno negativo le società di persone così come le ditte individuali, ad eccezione della provincia di Siracusa in cui si registra in media un lieve andamento positivo (+0,23%)”. In tutti i settori i dati sono negativi, ma quello settore che maggiormente risente della flessione negativa è il commercio con -1.814 cessazioni (iscrizioni 975, cessazioni 2.789), seguito da agricoltura, silvicoltura e pesca -839 (iscrizioni 558, cessazioni 1.367), servizi di alloggio e ristorazione -431 (iscrizioni 145, cessazioni 596), manifatturiero -201 (iscrizioni 188, cessazioni 389). Sud e Isole fanno registrare un saldo di -8.474, come tutte le altre aree geografiche dell’Italia.
“Sono dati preoccupanti che devono cominciare a farci riflettere, perché risentono delle prime restrizioni seguite all’emergenza coronavirus – spiega il presidente di UnionCamere Sicilia Giuseppe Pace –, rivelano infatti la situazione al 31 marzo scorso, quando eravamo a poche settimane dall’inizio del ‘lockdown’ stabilito dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Ritengo che, di questo passo, nei mesi a venire la situazione non potrà che peggiorare. Se guardiamo l’intero complesso dei numeri – aggiunge Pace – si evince la stessa situazione a livello nazionale, quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi del 2020 contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019. A livello di sistema Paese abbiamo il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Ci auguriamo che il governo nazionale per la sua parte e quello regionale, in tempi stretti, possano attivare strumenti concreti per arginare una crisi che sta distruggendo interi settori vitali dell’economia siciliana a partire dal turismo e dalla ristorazione”, conclude Pace.
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