Continua la crisi del settore della pesca siciliana che negli ultimi si è ancora più accentuata. Lancia l’allarme deputato di Forza Italia Nino Minardo secondo cui le scelte imposta dall’Unione Europea non hanno fatto altro che incrementare lo stato di emergenza di un settore oggi al collasso.
Tra gli addetti ai lavori, secondo il deputato, regna una profonda insoddisfazione. “I fattori comunitari – spiega l’esponente azzurro – sono tra le cause predominanti della crisi: alcune scelte di carattere ambientale dell’Unione europea determinano una scarsa competitività, così come la regolamentazione comunitaria delle attività della pesca, quali le misure tecniche per il Mediterraneo, eccessivamente penalizzanti e volte unicamente ad una drastica riduzione delle attività, senza che siano approntate soluzioni alternative”.
Per Minardo sarebbero prioritari interventi volti ad arginare il caro gasolio e azioni per l’estensione di sgravi fiscali e previdenziali con azioni indirizzate a sostegno dei marittimi imbarcati a bordo di navi da pesca, in considerazione dell’attività particolarmente rischiosa e faticosa, affinché possa essere individuata tra quelle attività particolarmente usuranti. “Questa azioni – continua Minardo – sono state chieste al Governo nazionale per bloccare il perenne stato di crisi della pesca in Sicilia che deve combattere con le capacità delle marinerie extracomunitarie che esercitano l’attività senza i vincoli delle regole comunitarie, con metodi estremi e spesso aggressivi; tale situazione è resa ancora più drammatica dalla progressiva sottrazione di aree di pesca utili nel Mediterraneo, a causa delle dichiarazioni di zone di pesca esclusive effettuate dai Paesi rivieraschi extracomunitari del Mediterraneo, quali Libia, Algeria, Tunisia”.
Un’altra forma di aiuto è anche quella, sottoposta al ministro per le Politiche Agricole, dell’applicazione del credito d’imposta per l’acquisizione di beni strumentali nuovi.
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