La crisi del grano duro non c’entra nulla con la guerra in Ucraina. Lo ha spiegato a Casa Minutella, Salvatore Puglisi, presidente del Consorzio Crisma. Da oltre un anno, ben prima dello scoppio del conflitto nel cuore dell’Europa, il prezzo dei grani e di tutti i cereali è schizzato alle stelle, con l’effetto di rincari sui principali prodotti del paniere alimentare degli italiani, dal pane alla pasta. Adesso, i media parlano di una crisi ancora più grave, con la prospettiva di una carenza di grano subito dopo l’estate.
Puglisi spiega perchè la crisi del grano non sia dovuta alla crisi in Ucraina. Prima di tutto, va sgombrato il campo da un errore di valutazione. “In Ucraina, come in Russia – spiega il presidente del Consorzio – non si produce neanche un chilo di grano duro. Da quelle zone proviene solo grano tenero. Non è quello che consumiamo in Italia e nei paesi del bacino del Mediterraneo: la nostra produzione alimentare si basa sul grano duro”. Puglisi non nasconde che la situazione sia complicata e indica l’esistenza di problematicità rispetto ad altre risorse necessarie alla produzione cerealicola.
Analisi, quella di Puglisi, condivisa da molti analisti. L’aumento del prezzo dei cereali è in minima parte dovuto alla guerra e al blocco in Ucraina, ed è causato sono dalla speculazione finanziaria e dai rincari dell’energia. Inoltre, la penuria di grano tenero, riguarda soprattutto Africa, medio e lontano Oriente, ma non Italia e Ue.
Basta fare due conti: la produzione mondiale di cereali è di 2.800 milioni di tonnellate e i grandi esportatori, Russia, Canada, Stati Uniti, in parte Australia, la stessa Unione Europea, sono nelle condizioni di supplire con notevole facilità alla carenza causata dal blocco della materia prima in Ucraina. Stiamo parlando di 20-30 milioni di tonnellate ferme nei porti. Quello che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi, come ha rilevato anche la Fao, quindi,non può essere quel pezzetto di produzione ucraina.
La crisi dipende dalla speculazione finanziaria, iniziata prima della guerra: questo accade perchè il mercato dei cereali, come quello dell’energia, vive di aspettative dell’andamento. Insomma, gli squali della finanza scommettono e determinano il prezzo.
Nel corso della puntata di Casa Minutella, Puglisi ha anche spiegato la mission del Consorzio Crisma: è un consorzio di filiera del grano duro siciliano. E’ nato quasi vent’anni. “Con il consorzio – spiega Puglisi – siamo riusciti a organizzare un gruppo di 800 produttori agricoli , seguiti da 16 centri e sei industrie di trasformazione. Noi cerchiamo di monitorare la qualità e la quantità di questo, di questa filiera e poi cerchiamo di valorizzare al meglio il grano duro all’interno e fuori del territorio siciliano”.