- Profondi cambiamenti attraversano la società italiana
- Una funzione importante hanno avuto finora gli enti del Terzo settore e l’associazionismo
- Ma nel nostro Paese, alla crisi in atto, si è aggiunta la pandemia
- A Palermo la presentazione del saggio “Una società di persone? I corpi intermedi nella democrazia di oggi e domani”
Tra i profondi cambiamenti che stanno attraversando la società italiana vi è certamente quello della partecipazione alla vita pubblica e alla vita sociale del Paese. Storicamente una funzione importante hanno avuto gli enti del Terzo settore, associazionismo, soggetti di rappresentanza, autonomie funzionali. Ma oggi non sembra più così, ed anzi alla crisi già in atto si è aggiunta quella della pandemia.
La presentazione di un saggio sul tema a Palermo
Di questi grandi sconvolgimenti si parlerà in occasione della presentazione del saggio: Una società di persone? I corpi intermedi nella democrazia di oggi e di domani, edito dal “il Mulino”, curato da Franco Bassanini, Tiziano Treu e Giorgio Vittadini, L’iniziativa si svolgerà oggi giovedì 25 novembre 2021 alle ore 18 nell’Aula Magna del Camplus College di via dei Benedettini 5 a Palermo.
Sarà presente anche Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà al quale abbiamo chiesto
alcune anticipazioni.
La situazione in Italia è peggiorata
Preso atto della situazione, quale percorso si può seguire?
“Partiamo da alcuni dati incontrovertibili. l’Istat ci diche che negli ultimi dieci anni la situazione dell’Italia è peggiorata nel settore sanitario, in quello dell’istruzione, in quello dell’ambiente. Per non parlare poi della povertà assoluta e relativa che dopo la pandemia ha raggiunto livelli preoccupanti. Caso a parte sono poi gli abbandoni scolastici di oltre 2 milioni di Need. La causa, a mio avviso, sono le tante decisioni calate dall’alto. Urge un confronto continuo e serrato con chi sta tra la gente. E queste persone sono le tante che vivono e fanno vivere i Corpi intermedi. Il risultato invece sono i tanti soldi buttati via. Perché allora ci chiediamo perché la gente non è più affezionata alla politica?”
Le esperienze dal basso
E poi?
“L’Italia è ricca di esperienze dal basso, e 7 italiani su 10 credono nella capacità dei corpi intermedi di supplire alle carenze dei servizi sociali. Ma che ruolo è affidato loro? Se non vengono pienamente e a pieno titolo inserite nell’architettura complessiva del sistema Paese, continueranno a svolgere un ruolo marginale, buono a supplire le carenze che lo Stato inesorabilmente colleziona”.
La politica e il Terzo settore
E la conclusione?
“È duplice. Occorre per un verso contrastare la chiusura corporativistica che sempre trasversalmente attraversa la nostra società, ridando spazio e credibilità ai valori ideali che sono stati e stanno a fondamento della nostra convivenza sociale, soprattutto quella del nostro Paese. Ma poi la politica deve tornare a dare credito al Terzo settore. L’occasione storica è data dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa”.
L’incontro sarà introdotto e moderato da Salvatore Taormina, Coordinatore del Dipartimento Istituzioni e Amministrazione Pubblica della Fondazione per la Sussidiarietà e volto assai noto e competente della dirigenza della Regione Siciliana. A lui abbiamo posto alcune domande.
Il tema della sussidiarietà
Non molti anni fa il tema della sussidiarietà era a fondamento di tutte le politiche anche regionali. Ma che fine ha fatto? Non se ne parla più. Perché?
“Proprio per la sua centralità nel dibattito pubblico della stagione a cui si riferisce il principio di sussidiarietà, specie nella sua dimensione orizzontale, è entrato a far parte della nostra Costituzione con la riforma del Titolo V, indirizzando l’evoluzione legislativa e gli interventi di molte regioni italiane tra le quali la Sicilia. Tuttavia è in questa cornice che si inquadra, oggi, la vera sfida: non appena battaglie per l’affermazione di un principio, ormai espressamente sancito in sede costituzionale, ma la capacità dell’amministrazione di mettere in campo convincenti modelli di politica pubblica a matrice sussidiaria nei diversi settori. Sono molte, infatti, le analisi e le ricerche di tipo scientifico, ivi incluse quelle condotte dalla Fondazione per la Sussidiarietà, a mostrare la capacità che questi modelli hanno di tenere insieme due esigenze all’apparenza inconciliabili ma entrambe decisive come l’innalzamento della qualità di interventi e servizi pubblici a favore di cittadini, imprese e corpi intermedi e la contestuale riqualificazione della spesa pubblica, tanto in termini di contenimento che di risultati raggiunti”.
Le politiche sociali
Ma questo riguarda le politiche sociali. E per il resto?
“Non è così. Nelle politiche sociali il dato è più evidente, ma esse offrono metodologie di approccio che valgono per tutti i settori, come l’esperienza in tutta Italia ormai dimostra. Basti ricordare i periodici Rapporti di ricerca della Fondazione per la Sussidiarietà a cui facevo accenno che in oltre un decennio hanno illustrato dettagliatamente l’efficacia di questi interventi in materia di lavoro sostenibile, finanza sostenibile, Piccole e Medie imprese, finanza pubblica, solo per citare ambiti”.
Rendere ‘amica’ la burocrazia
Uno dei grandi nemici del Terzo settore è la burocrazia. Si può cercare di renderla più amica?
“A questo riguardo si impone un processo di vera e propria transizione culturale e la fase attuativa del PNRR offre, una spinta decisiva per l’intero sistema istituzionale, sociale ed economico del nostro Paese.
L’urgenza di questa transizione è universalmente condivisa ma la strada per realizzarla lo sembra un po’ meno…
Non bisogna ridurre gli elementi di complessità che questa transizione comporta ma piuttosto comprenderli e governarli ai diversi livelli di competenza e responsabilità. C’è, in primo luogo una rilevante questione di quantità e contraddittorietà del nostro sistema legislativo che si accompagna ad un’amministrazione pubblica pressoché priva di mix generazionale, con un’età media dei dipendenti pubblici italiani di 50 anni, e con una soglia di digitalizzazione ancora distante dai livelli necessari”.
L’emergenza educativa
Problemi normativi e organizzativi dunque?
“Certamente. Ma la condizione essenziale di un tale passaggio è quella di riconoscere che anche nel settore pubblico esiste una vera e propria emergenza educativa rispetto alla quale può rivelarsi decisivo il contributo ideale e formativo di soggetti e istituzioni sociali che, sostituendo l’idea di casta con quella di comunità professionale, sappiano promuovere e valorizzare occasioni di ricerca, di confronto, di valutazione delle esperienze in atto e di divulgazione della conoscenza, senza rinunciare all’indispensabile contributo di analisi critica e di proposta degli stessi stakeholders esterni all’Amministrazione. È quanto ha richiamato a proposito del ruolo delle comunità di pratica la professoressa Paola Severino in qualità di nuovo presidente della Scuola Nazionale di Amministrazione in un suo autorevole intervento sulla stampa di poco successivo al suo insediamento”.
All’incontro, dopo i saluti di Giuseppe Lupo, Presidente del Centro Culturale “Il Sentiero”, che ha organizzato l’iniziativa unitamente alla Fondazione per la Sussidiarietà, e di Massimo Midiri, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prenderanno parte: Franco Bassanini, Presidente della Fondazione Astrid; Roberto Lagalla, Assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale della Regione Siciliana; Giuseppe Notarstefano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana; Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Commenta con Facebook