Che sia tradimento, gelosia o omicidio, la leggenda delle teste di moro rappresenta un simbolo di identità siciliana. Giorno 22 marzo, alle ore 18 presso il complesso monumentale Guglielmo II, sala san Benedetto, verrà presentata la prima edizione de “I mori – leggenda, storia, e identità siciliana attraverso nuove visioni artistiche”, una mostra che presenterà una delle più iconiche leggende dell’isola siciliana, per mezzo di stampe elaborate da diverse artiste che hanno reinterpretato il tema con un linguaggio estetico del tutto originale.
L’evento, curato dall’artista Rocco Micale, ha coinvolto cinque artiste di Palermo per tradurre le teste di moro attraverso la propria visione creativa. Utilizzando tre coppie di ritratti a stampa come base, le artiste hanno dato vita a sei diverse declinazioni del tema, esplorando le loro suggestioni artistiche e tecniche espressive.
L’evento
L’evento si svolgerà presso la sala San Benedetto del complesso monumentale di Monreale, in un contesto che richiama l’itinerario arabo-normanno della regione. Attraverso una performance che include, musica, danza e recitazione, le opere delle artiste saranno presentate in un percorso espositivo che mette in luce la bellezza e lo splendore dei secoli passati in chiave contemporanea.
L’obiettivo del progetto, è quello di promuovere la conservazione dell’identità culturale siciliana e di esplorare le tappe dell’itinerario arabo-normanno attraverso la creatività dei nostri giorni. La presentazione consta quindi, di una parte performativa ed una espositiva dove verranno mostrate trenta stampe realizzate con inchiostri, acquarelli, pastelli, tecniche di collage con tessuti innovativi ed altro, che daranno una lettura inedita alla leggenda.
Gli artisti impegnati nella performance sono Jessica Militello e Vincenzo Emanuel Carpino, Francesca Picciurro e Duilio Virzì. Nel catalogo i testi di Alessandra Amorello, Daniela Balsano, Roberto Deidier, Giovanni Ferraro, Enzo Fiammetta, Angela La Ciura, Rocco Micale e Francesca Picciurro.
La leggenda delle teste di moro
La teste di moro sono un simbolo della Sicilia. Sono vasi in ceramica in cui sono raffigurati un uomo e una donna, protagonisti di una leggenda che da quasi mille anni incanta gli estimatori della storia e della cultura siciliana. L’uomo e la donna raffigurati dalla tradizione condividono un tragico destino, ma esistono due diverse versioni della loro storia d’amore. Ciò che le accomuna è indubbiamente la passione travolgente, di cui ogni raffigurazione delle teste è diventata un simbolo.
La leggenda narra di una fanciulla, vissuta all’inizio del 1100 d.C., bellissima e dedita alla cura delle sue piante sul balcone della sua casa di Palermo, nel quartiere Kalsa, innamoratasi perdutamente di un soldato moro, anch’esso travolto dalla passione per la bella dama.
Secondo una versione della leggenda, la ragazza fu ingannata dal soldato: in realtà sposato e con figli, nonché pronto ad abbandonarla per tornare nella sua terra natia. La scoperta di questo tradimento spinse la fanciulla ad uccidere nel sonno l’amante, a decapitarlo e ad usare la testa come vaso per il basilico, messo poi in bella mostra sul balcone di casa. Sempre secondo la tragica leggenda, il basilico crebbe così rigoglioso da suscitare le invidie di tutti i vicini, che iniziarono a farsi realizzare dagli artigiani vasi a forma di testa, cioè le attuali teste di moro (chiamate da alcuni anche Teste di Turchi), simbolo di passione e di amore che non deve essere tradito.
Secondo un’altra versione della leggenda, i due amanti furono entrambi uccisi e decapitati dalla famiglia di lei, che non ne approvava la storia d’amore, e le loro teste furono messe in mostra come monito contro le unioni illecite. Da questa storia, la raffigurazione delle teste di moro come coppia è simbolo di passione e amore che supera il tempo.
Quale che sia la vostra leggenda preferita, le teste di moro contribuiscono a rappresentare oggi la storia di Sicilia: l’epoca del dominio dei Mori e della loro cacciata, l’avvicendarsi di storie e di civiltà, la bellezza e la tenacia di un popolo che continua a vivere in questa terra ricca di cultura, arte, sole, colori e contraddizioni.
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