Lotta alla mafia, “si respira aria di restaurazione. Ma non passeranno”: parole e analisi di Antonello Cracolici, presidente della Commissione Antimafia all’Ars. A margine della cerimonia per commemorare il 31mo anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, l’esponente del Pd riflette sui temi che l’agenda politica propone in tema di contrasto al crimine organizzato. E rispetto alla difesa d’ufficio che la Meloni fa della sua storia personale in tema di impegno antimafia, Cracolici oppone una didascalia en tranchant: “bisogna essere coerenti, altrimenti è tutta una finzione”.
Nordio e il concorso esterno “evanescente”
Breve riepilogo per capire cosa stia accadendo. Il reato di concorso esterno è stato messo alla berlina dal Ministro di Giustizia, Carlo Nordio. Il Guardasigilli l’ha definito una fattispecie di reato “evanescente”. Una riflessione fuor di sesto, visto che nel progetto di riforma della Giustizia non c’è nessun riferimento a una rivisitazione del “concorso esterno”. I capisaldi del disegno di legge – trasmesso questa mattina al Senato, dopo il via libera del Quirinale – prevedono l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, la nuova disciplina dei casi di appello del pubblico ministero. Sullo sfondo, il grande sogno di Nordio è quello di procedere alla separazione delle carriere tra magistrati che indagano e giudicano.
Le parole di Nordio sul concorso esterno hanno scatenato un putiferio. Società civile e uomini delle istituzioni come Piero Grasso (ex Procuratore nazionale antimafia e già presidente del Senato) hanno ribaltato la versione di Nordio. Grasso, poi, ha liquidato la vicenda con un velenoso, “qui di evanescente c’è solo Nordio”. La disputa ha creato non pochi grattacapi alla premier Giorgia Meloni. Vestendo i panni della “pasionaria” di destra, la leader di Fratelli d’Italia ha ribadito che il suo impegno in politica sia nato proprio sull’onda emotiva dei drammatici fatti della primavera e dell’estate del 1992.
Alla Meloni voglio credere, ma sia coerente altrimenti è finzione
Ma il presidente dell’Antimafia siciliana, mettendo al giusto posto tutti i tasselli della narrativa, chiede alla Meloni coerenza e chiarezza. “C’è un obiettivo di restaurazione: io sono sicuro che non passerà” è l’incipit di Cracolici. Che poi analizza la posizione antimafia della Premier: “Meloni fa bene a rivendicare la sua storia politica. Ma le chiediamo coerenza con quell’identità e quella storia. In questo momento, Giorgia Meloni guida un governo dove una parte importante delle forze che la sostengono ha come obiettivo normalizzare l’Italia rispetto al tema del contrasto alla mafia”.
Nessuno sconto, dunque, per chi sia tentato di iniziare una lenta opera di demolizione dell’impalcatura giurisprudenziale messa in piedi per combattere Cosa Nostra e le mafie tutte. “L’obiettivo è riportare le lancette del tempo al pre 1992, anzi al pre 1982 – continua il presidente dell’Antimafia siciliana – e andando di questo passo tenteranno pure di smantellare il 416 bis”.
Tentativo di normalizzazione è sotto gli occhi di tutti
“Il tentativo di far sì che il tempo sia passato invano è sotto gli occhi di tutti. Voglio credere alla Meloni. Mi auguro che lei rivendichi con orgoglio la sua storia ma è necessario che di quella storia faccia azione politica. Il dibattito sulle intercettazioni, piuttosto che quello sul concorso esterno non è stato aperto dalla società civile. Quei temi sono stati aperti dal Ministro Carlo Nordio. Ricordo a tutti che proprio Nordio era stato indicato alla Presidenza della Repubblica, al posto di Mattarella, proprio da Giorgia Meloni. E’ chiaro che la Meloni e il partito guardano a Nordio con grande senso di appartenenza.
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