Sono 4142 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 27.722 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 4.566. Il tasso di positività sale quasi al 15% mentre ieri era al 14,8%.
L’isola è anche oggi al settimo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 158.869 con un decremento di 24853 casi. I guariti sono 29.515 mentre le vittime sono 15 portano il totale dei decessi a 10.223.
Sul fronte ospedaliero restano 1.057 ricoverati esattamente come ieri, in terapia intensiva sono, però, 63, 7 in più rispetto a ieri.
A livello provinciale si registrano a Palermo 1.273 casi, Catania 760, Messina 573, Siracusa 456, Trapani 449, Ragusa 304, Caltanissetta 232, Agrigento 438, Enna 194.
Nella settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile si è verificata una lieve diminuzione dei nuovi casi di Covid-19: sono stati 469.479, ovvero -6,9% rispetto ai 504.487 della settimana precedente. Un calo andato di pari passo con quello dei tamponi (-4,7%). Mentre i decessi tornano sopra quota mille, passando da 953 a 1.049, con un aumento del 10,1%. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. I tamponi effettuati, sia molecolari che antigenici, sono calati da 3,32 milioni della settimana 23-29 marzo a 3,16 milioni della settimana 30 marzo-5 aprile mentre la media del tasso di positività ai tamponi rimane intorno al 13%.
“Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali si attestano a quota 469 mila, con una riduzione del 6,9% e una media giornaliera intorno ai 68 mila casi. Rimane tuttavia molto difficile fare previsioni, sia per l’eterogeneità delle situazioni regionali, sia perché in alcune grandi Regioni del Nord iniziano ad intravedersi segnali di risalita“. Nella settimana 30 marzo-5 aprile si rileva, infatti, un incremento percentuale dei nuovi casi in 4 Regioni (dal +1,3% del Veneto al +10,4% dell’Emilia-Romagna) e un decremento in 17 (dal -1,3% della Lombardia al -18,2% dell’Umbria). Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana torna a crescere il numero dei decessi: 1.049 negli ultimi 7 giorni (di cui 104 riferiti a periodi precedenti), con una media di 150 al giorno rispetto ai 136 della settimana precedente. “Il numero dei decessi che non accenna a scendere –sottolinea Cartabellotta – merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire”.
Nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile, 38 Province registrano un incremento percentuale di nuovi casi di Covid-19 rispetto alla settimana precedente e 69 una diminuzione. Mentre, nello stesso arco di tempo, scendono da 34 a 21 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti, valore importante per capire la circolazione virale. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Le 21 Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti sono: Avellino (1.374), Lecce (1.342), Messina (1.256), Teramo (1.250), Bari (1.200), Ascoli Piceno (1.174), Potenza (1.166), Brindisi (1.145), Benevento (1.130), Perugia (1.115), Reggio di Calabria (1.104), Chieti (1.084), Vibo Valentia (1.083), Fermo (1.080), Padova (1.069), Frosinone (1.057), Ancona (1.048), Crotone (1.040), Latina (1.031), Rieti (1.031) e Taranto (1.018).
“E’ importante rilevare – commenta Nino Cartabellotta, presidente Fondazione – che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi, sia per effetto delle coperture vaccinali e relativi booster, sia per la progressiva sostituzione della variante delta con quella omicron, più contagiosa, ma meno severa”. In particolare, se a fine ottobre veniva ricoverato il 3,22% degli attualmente positivi in area medica e lo 0,47% in terapia intensiva, oggi queste percentuali sono crollate rispettivamente allo 0,78% ed allo 0,04%. Inoltre, prosegue, “se il recente rialzo dei casi ha determinato in tre settimane un incremento di oltre 2.000 posti letto in area medica, in area critica al momento si osserva un plateau. Questo dimostra che si è ridotto in maniera rilevante il numero di pazienti Covid-19 ospedalizzati per polmonite severa che richiedono un ricovero in terapia intensiva – conclude – mentre vengono ospedalizzati soprattutto anziani con patologie multiple che possono essere assistiti nei reparti ordinari”.
Solo 64.792 quarte dosi sono state somministrate agli immunocompromessi, con una copertura dell’8,2% della platea e nette differenze regionali: dallo 0,8% del Molise al 36,7% del Piemonte. Sono state, invece, 38,9 milioni le terze dosi somministrate, con una copertura dell’83,5%: dal 78,2% della Sicilia all’87,3% della Valle D’Aosta. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe aggiornato al 6 aprile (ore 6), che evidenzia: “tutti i dati confermano che la campagna vaccinale si è ormai fermata”. Resta ferma all’85,6% la percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid, pari a 50,7 milioni di persone, e all’84% quella che ha fatto il ciclo completo, ovvero 49,7 milioni. Mentre sono 6,93 milioni i non vaccinati, di cui 2,58 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 4,35 milioni attualmente vaccinabili. Nella settimana 30 marzo-5 aprile si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 9.553 rispetto ai 14.782 della settimana precedente (-35,4%). Di questi il 25,9% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: sono 2.479, con un calo del 32,1% rispetto alla settimana precedente. Scende ancora tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 2.049 (-34,8% rispetto alla settimana precedente).