Sono 1.355 i nuovi positivi al Covid in Sicilia, su 20.255 tamponi processati con una incidenza del 6,6%. L’isola è al secondo posto per contagio dopo la Lombardia. Le vittime sono state 32 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.161.
Il totale degli attualmente positivi è 47.289, con un incremento di 391 casi rispetto a ieri quando si era registrata una diminuzione. I guariti, infatti, sono 932.
Negli ospedali i ricoveri sono 1.663, 6 in più rispetto a ieri, dei quali 222 in terapia intensiva, uno in più rispetto a ieri. La distribuzione nelle province vede Catania con 356, Palermo 289, Messina 297, Trapani 152, Siracusa 106, Ragusa 32, Caltanissetta 51, Agrigento 56, Enna 16.
E’ un rapporto con luci ed ombre quello dell’Istituto superiore di sanità di questo venerdì. Un rapporto che segnala come l’epidemia da covid19 segni una frenata ma ancora troppo modesta per considerarla significativa. Per la prima volta da cinque settimane l’indice Rt nazionale scende ma la situazione è molto diversa da regione a regione.
La Sicilia mostra indici ancora sopra la media nazionale e sopra il livello 1 anche nel minimo della forbice ed uno scenario 2 quindi ancora a rischio. Ma ci sono regioni che pur mostrando indici più incoraggianti, non mostrano segnali di riduzione del contagio e restano per troppe settimane consecutive in area a rischio.
Complessivamente, sono quattro le Regioni con una classificazione di rischio alto, dato positivo visto che la scorsa settimana erano ben undici; 11, invece, con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Si tratta di Sicilia e Puglia
Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo uno e dunque di epidemia sotto controllo anche se con possibilità di progressione da tenere sotto analisi
Entrando nello specifico nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2021, preso in esame per questo report l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (con un minimo di 0,85 e un massimo di 1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. La tendenza è ad ulteriore diminuzione nella settimana successiva dal 12 al 19 gennaio che sarà al centro del prossimo report ma della quale si intravedono i primi segnali.
Sul fronte dei ricoveri sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica del 30%) ma ci sono differenze regionali sensibili.
Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è, anche quello, in diminuzione, passando da
23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Questa tendenza a livello nazionale, si legge nel monitoraggio, ‘sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”.
Oltre al parametro Rt che desta attenzione se non preoccupazione per Sicilia e Puglia, ci sono altri due parametri preoccupanti per l’Umbria) e la Provincia Autonoma di Bolzano che sono state classificate a rischio alto per la
terza settimana consecutiva e questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale.
In base al rapporto dovrebbero scattare misure di ulteriori restrizioni in Umbria e nella provincia di Bolzano, dovrebbero restare le misure della zona rossa rinforzata in Sicilia mentre per la Puglia sono consigliare misure più restrittive. La Lombardia, invece, chiede di uscire dalla zona rossa male indicazioni prudenziali, sia pure in miglioramento, consigliano di mantenere le restrizioni