Sono 1.732 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 11.835 tamponi processati. Ieri erano 2.478. Il tasso di positività è appena al 14,6%, in diminuzione rispetto al 18,7% di ieri.
La Sicilia è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 83.644 con un decremento di 4.034 casi. I guariti sono 5.762 e 4 le vittime, che portano il totale dei decessi a 12.019.
Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 557, 8 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 30, uno in meno rispetto a ieri.
A livello provinciale si registrano a Palermo 370 casi, Catania 334, Messina 270, Siracusa 170, Trapani 116, Ragusa 135, Caltanissetta 101, Agrigento 166, Enna 70.
Prosegue in maniera netta il calo delle ospedalizzazioni Covid. Il numero dei pazienti ricoverati, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, in una settimana è diminuito del 19,6%: è il dato della rilevazione del 23 agosto fatta negli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso. A incidere maggiormente sulla riduzione è la brusca discesa dei ricoveri nelle terapie intensive che, dopo settimane di sostanziale stabilità con scostamenti minimi, si sono ridotti del 33%. Permane, all’interno delle rianimazioni, una quota pari al 33% di soggetti non vaccinati. (ANSA).
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Deciso calo settimanale dei ricoveri Covid per i minori di 18 anni. Nella rilevazione del 23 agosto effettuata negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti al network sentinella di Fiaso si registra una significativa diminuzione del 34%. La classe 0-4 anni è sempre la più colpita (80% dei ricoverati); i neonati sotto i sei mesi sono il 36% del totale. In terapia intensiva un ricoverato Per Covid, con sindromi respiratorie e polmonari tipiche della malattia da Covid, di meno di sei mesi d’età.
Tra i restanti ricoverati vaccinati, quasi l’80% ha ricevuto l’ultima somministrazione da oltre 6 mesi senza effettuare il richiamo della quarta dose. Con il segno meno anche i ricoveri nei reparti Covid ordinari: il numero dei pazienti in una settimana si è ridotto del 18,9%. Si conferma un calo maggiore dei ricoverati Con Covid (ovvero coloro che sono in ospedale per altre patologie e sono stati trovati positivi al tampone), elemento che indirettamente testimonia una diminuzione della circolazione del virus. “Finalmente negli ospedali possiamo tirare un sospiro di sollievo ma senza mai abbassare la guardia, considerato che siamo alla vigilia dell’autunno, quando di solito cominciano a circolare virus influenzali – commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – La campagna vaccinale autunnale sarà fondamentale per mantenere gli ospedali in sicurezza e consentire alle strutture sanitarie di recuperare una nuova normalità dopo due anni: che rappresenti un impegno condiviso da parte di tutti e rimanga fuori dalla polemica politica”.
La percentuale di posti letto occupati per Covid-19 nei reparti ordinari è stabile al 10% (un anno fa era al 7%) ma, nell’arco di 24 ore in Italia, cala in 7 regioni o province autonome: Calabria (19%), Liguria (19%), Lombardia (7%), Molise (11%), Pa Bolzano (6%), Sicilia (14%), Umbria (24%). Sempre a livello nazionale, è stabile al 3% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid (un anno fa era al 5%). Questa la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sui dati del 23 agosto. Nel dettaglio, in 24 ore, la percentuale di posti nei reparti ospedalieri di area medica (o non critica) occupati da pazienti Covid non vede aumenti, mentre è stabile in 14 regioni: Abruzzo (13%), Basilicata (11%), Campania (9%), Emilia Romagna (13%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (11%), Marche (10%), Pa Trento (15%), Piemonte (5%), Puglia (11%), Sardegna (8%), Toscana (7%), Valle d’Aosta (11%), Veneto (8%). Restano quindi 3 quelle in cui il valore supera la soglia del 15%: Umbria (24%), Calabria (19%) e Liguria (19%). Per l’occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19, si registra un calo in Basilicata (1%) e Veneto (2%); cresce in 4 regioni: Emilia Romagna (4%), Liguria (4%), Puglia (5%) e Umbria (3%). In Pa Bolzano (0%), Pa Trento (1%) e Valle d’Aosta (0%) e la variazione non è disponibile, mentre è stabile in 12 regioni: Abruzzo (al 4%), Calabria (6%), Campania (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (4%), Marche (2%), Lombardia (1%), Molise (5%), Piemonte (1%), Sardegna (5%), Sicilia (4%), Toscana (3%). Tutte le regioni sono sotto la soglia del 10%. (ANSA).
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