Sono 436 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 11.375 tamponi processati nell’isola. L’incidenza crolla fino al 3,8% quasi allineandosi alla media nazionale. L’isola oggi è quarta per i nuovi contagi giornalieri in Italia dietro Veneto, Lombardia e Lazio.
Gli attuali positivi sono 8.508 con un aumento di altri 141 casi. I guariti sono solo 289 mentre nelle ultime 24 ore si registrano 6 nuove vittime e il totale dei decessi sale a 6.030.
Sul fronte ospedaliero sono adesso 264 i ricoverati, 20 in più rispetto a ieri mentre in terapia intensiva adesso sono 30 i ricoverati, due in più.
Sul fronte del contagio nelle singole province in testa c’è Agrigento con 120 casi, poi Catania con 76, Messina 63, Caltanissetta con 56 Trapani 55, seguita da Palermo con 39, Siracusa 14, Enna 11, e Ragusa 2.
E’ morta la bambina di 11 anni ricoverata all’ospedale Di Cristina di Palermo che si trovava nel reparto di terapia intensiva Covid19 all’ospedale dei Bambini dopo aver contratto la variante Delta del coronavirus. Alle 13 il cuore della piccola, affetta da una malattia metabolica rara, ha smesso di battere, come confermano dalla direzione sanitaria dell’ospedale. Sta meglio invece il neonato di due mesi, anche lui positivo, ricoverato in Terapia intensiva neonatale all’ospedale Cervello.
“A parità di casi” c’è circa “il 50% di ospedalizzazioni e terapie intensive in meno rispetto alle precedenti ondate” dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. L’efficacia dei vaccini “è maggiore per evitare ospedalizzazioni e decessi, ma c’è una buona efficacia anche nel prevenire l’infezione: 88% con due dosi – dice – nella seconda e nella terza ondata per ogni mille pazienti positivi avevamo il 5% che veniva ricoverato in ospedale e lo 0,5% che andava in terapia intensiva.
La percentuale dei ricoverati si è ridotta dal 5% al 2%, quella di chi va in terapia intensiva si è ridotta dallo 0,5% allo 0,27%. Nelle ondate precedenti, a parità di casi, avremmo avuto il doppio di persone ricoverate e in terapia intensiva”.