Sono 1.435 i nuovi positivi al Coronavirus in Sicilia su 8.572 tamponi processati. Le vittime sono state 36 nelle ultime 24 ore che portano a 2629 deceduti dall’inizio della pandemia.
I positivi sono 38.705 con un aumento di 966 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1424, 40 in più rispetto a ieri, mentre i ricoveri in regime ordinario sono 1228, 38 in più rispetto a ieri. In terapia intensiva i ricoveri sono 196, 2 in più rispetto a ieri. I guariti sono 433.
La distribuzione nelle province vede a Palermo 474 casi, Catania 413, Messina 362, Caltanissetta 89, Ragusa 40, Siracusa 22, Enna 21, Agrigento 9, Trapani 5.
Intanto sono due i focolai ospedalieri solo a Palermo. Uno nel reparto osservazione breve intensiva che si trova nel pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia a Palermo. Sono 11 tra pazienti e sanitari i positivi.
Il punto di emergenza che accoglie i soccorsi no covid è rimasto chiuso per consentire il trasferimento dei pazienti nei reparti Covid ed eseguire la sanificazione dei reparti.
Le ambulanze del 118 sono state dirottate in altri ospedali come Policlinico, Buccheri La Ferla, Civico e Ingrassia.
Al momento anche all’ospedale Cervello i posti letto per i pazienti covid sono quasi tutti esauriti. “Ci sono 11 positivi in tutto il presidio – dicono da Villa Sofia – Il Pronto Soccorso, avendo riscontrato nella notte qualche positivo, ha avviato le procedure di sanificazione e per questo motivo ha solo rallentato gli accessi e entro la giornata la situazione dovrebbe tornare alla normalità”.
Salgono, invece, a 24 tra pazienti e sanitari i positivi nel reparto di Medicina d’urgenza del Policlinico a Palermo. È scoppiato così un focolaio nell’ospedale universitario. Gli ultimi positivi un medico e un’infermiera. E’ stato disposto il blocco dei ricoveri che prevede l’isolamento contestualmente degli ultimi 7 pazienti rimasti in corsia.
All’inizio dell’anno le persone ricoverate nell’astanteria erano 23, sedici delle quali trasferite in altri reparti o ospedali allestiti per l’emergenza Coronavirus.
Due invece quelle finite in terapia intensiva per l’acuirsi delle loro condizioni. I primi casi di contagio sono emersi proprio nel giorno di Capodanno, dopo i tamponi – eseguiti sempre con maggiore frequenza per individuare eventuali focolai – fatti a tre infermiere e un operatore sociosanitario che hanno lavorato nello stesso turno.