Sono 6.230 i nuovi casi di Covid19 registrati ieri a fronte di 40.754 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 6.002. Il tasso di positività scende al 15,3% ieri era al 17%.
L’isola è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 231.815 con un decremento di 4.237 casi. I guariti sono 4.460 mentre le vittime sono 18 portano il totale dei decessi a 9.814.
Sul fronte ospedaliero sono 939 ricoverati con tre casi in meno rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 65, tre casi in più rispetto a ieri.
Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 1.512 casi, Catania 966, Messina 2.127, Siracusa 616, Trapani 784, Ragusa 633, Caltanissetta 504, Agrigento 960, Enna 613.
La curva dei contagi punta verso l’alto facendo registrare un +36% di casi in 7 giorni, e frena la discesa dei ricoveri in area medica (-3,5%) mentre rimane stabile quella di terapie intensive (-16,4%) e decessi (-18,7%). Lo rileva il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che evidenzia pure come siano 17 le province con un’incidenza pari a oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti. Nella settimana 9-15 marzo, Gimbe registra dunque un incremento dei nuovi casi (+379.792) a fronte di un lieve aumento dei tamponi (+8,4%). E salgono a 66 le province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti.
Calano, rileva Gimbe, i ricoveri in terapia intensiva (-90), in area medica (-303) e i decessi (976 vs 1.201). “Dopo cinque settimane di calo e l’arresto della discesa la scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379 mila, con un incremento del 35,9% e una media mobile a 7 giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54 mila il 15 marzo (+30,3).
Nella settimana dal 9 al 15 marzo in Sicilia, secondo il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sul Covid, si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (4787) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (25,4%) rispetto alla settimana precedente. Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (23,4%) mentre sono sotto soglia di saturazione i posti letto in terapia intensiva (6,9%) occupati da pazienti COVID-19.
l tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 77,9% (media Italia 83,5%); il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 2% (media Italia 4,5%); la popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari 25,8% (media Italia 33%) a cui aggiungere un ulteriore 4% (media Italia 4,2%) solo con prima dose.
L’elenco dei nuovi casi per 100.000 abitanti dell’ultima settimana suddivisi per provincia: Agrigento 1.260 (+36,3% rispetto alla settimana precedente, Ragusa 1.123 (+30,6% rispetto alla settimana precedente), Trapani 1.025 (+21,8% rispetto alla settimana precedente), Messina 1.009 (+11,4% rispetto alla settimana precedente), Palermo 871 (+37,6% rispetto alla settimana precedente), Caltanissetta 856 (+36,2% rispetto alla settimana precedente), Siracusa 826 (+17,4% rispetto alla settimana precedente), Enna 770 (+21,7% rispetto alla settimana precedente) e Catania 512 (+14,2% rispetto alla settimana precedente).
Un’inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso”.
Nella settimana 9-15 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni ad eccezione della Valle D’Aosta: dal +70% dell’Umbria al +3% del Molise. In tutte le Province tranne Isernia ed Aosta si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Da Cartabellotta, dunque, un invito alla cautela: “Nel nostro Paese la circolazione virale è ancora molto elevata e la curva dei contagi ha ripreso a salire. Auspichiamo che le decisioni del governo vengano informate dalle evidenze scientifiche e dalla situazione epidemiologica e non dallo spirito di emulazione di altri paesi più ‘temerari’, dove peraltro hanno ripreso a crescere non solo i contagi ma anche le ospedalizzazioni”. In particolare, conclude, “per ciò che riguarda il green pass, l’obbligo può decadere immediatamente dove il rischio di contagio è basso (all’aperto, in luoghi al chiuso poco affollati, ben ventilati e con breve permanenza), mentre dovrà essere mantenuto nei locali chiusi a rischio elevato. L’obbligo di mascherina, al momento, deve invece essere mantenuto in tutti i luoghi al chiuso, tenendo conto sia della estrema contagiosità della variante omicron – in particolare della BA.2 – sia delle incognite relative all’entità della risalita della curva dei contagi e al suo potenziale impatto sugli ospedali”.
La campagna vaccinale è “in stallo, nonostante ci siano quasi 4,6 milioni d’italiani vaccinabili con prima dose e 2,9 con booster”. E’ ancora in calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (441.837), con una media mobile a 7 giorni di 63.120 somministrazioni/die: si riducono del 6,6% le terze dosi (n. 320.925) e del 22,3% i nuovi vaccinati (23.783). Non crescono dunque, afferma Gimbe, le percentuali di popolazione vaccinata con almeno una dose (85,6%) e con ciclo completo (83,8%). Il tasso di copertura delle terze dosi è invece all’83,5%, con nette differenze regionali, mentre sono 35.390 le quarte dosi somministrate agli immunocompromessi.
Al 16 marzo sono ancora 6,98 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,39 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni. Per quanto riguarda i bambini, nella fascia 5-11 anni al 16 marzo sono state somministrate 2.400.975 dosi: 1.366.957 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.211.712 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,2% con nette differenze regionali (dal 20,2% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,6% della Puglia).