Sono 5.528 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 34.350 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 4.884. Il tasso di positività sale al 16% ieri era al 13,3%.
L’isola è al terzo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 222.421 con un incremento di 2.359 casi. I guariti sono 4.082 mentre le vittime sono 15 portano il totale dei decessi a 9.696.
Sul fronte ospedaliero sono 933 ricoverati con 23 ricoveri in meno rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 64, due casi in meno rispetto a ieri.
Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 1.591 casi, Catania 900, Messina 936, Siracusa 439, Trapani 710, Ragusa 555, Caltanissetta 326, Agrigento 805, Enna 194.
Dopo 5 settimane si inverte la curva dei contagi Covid: +1,5% in 7 giorni. A fronte di questo cambio di marcia calano i ricoveri in area medica (-16,1%) e in terapia intensiva (-16,4%); giù anche i decessi (-19,3%). Questi i dati principali del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 2-8 marzo. In particolare – dice Gimbe – c’è stato un aumento dei nuovi casi (+4.179) nonostante un calo dei tamponi (-8,8%). Diminuiscono ancora i decessi: 1.201 negli ultimi 7 giorni (95 di periodi precedenti), 172 al giorno contro i 213 della settimana precedente. In rianimazione -116 e in reparto -1.680 ricoveri.
Nonostante un calo del numero dei tamponi dell’8,8% rispetto alla settimana precedente. I nuovi casi si attestano intorno a 279 mila, con un incremento dell’1,5% e una media mobile a 7 giorni che sale da 39.339 casi del 1/o marzo a 39.936 l’8 marzo (+5,8%)”. In termini assoluti, i nuovi casi nel periodo considerato sono 279.555 contro 275.376 della settimana precedente. Gli attualmente positivi sono 1.011.521, le persone in isolamento domiciliare 1.002.153 (contro 1.062.066 precedenti), i ricoveri con sintomi (8.776 contri 10.456) e le terapie intensive (592 contro 708). Il numero dei tamponi totali scende ulteriormente da 2.885.324 della settimana 23 febbraio 2022-1 marzo 2022 a 2.632.634 della settimana 2-8 marzo 2022 (-8,8%). In particolare i tamponi rapidi si sono ridotti dell’8,1% (-174.500) e quelli molecolari del 10,7% (-78.190). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dal 9,2% al 9,5%, mentre per gli antigenici rapidi dal 9,7% al 11,2%. (
“È pura follia pensare di abbandonare l’utilizzo delle mascherine al chiuso, indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza”. Lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando il nuovo rapporto indipendente settimanale sull’andamento del Covid in Italia e sottolineando che “la circolazione del virus è ancora molto elevata: quasi 40 mila nuovi casi al giorno, oltre 1 milione di positivi e un tasso di positività dei tamponi all’11,4%”. Serviranno 7-10 giorni, dice, “per capire se la risalita della curva dei nuovi casi è un semplice rimbalzo o l’inizio di una nuova ondata”. “Il recente incremento dei nuovi casi consegue verosimilmente all’interazione di vari fattori: rilassamento della popolazione, diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso, verosimile calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione dopo qualche mese dalla dose booster”, riferisce Cartabellotta che sul fronte delle vaccinazioni, considerato che un’ampia fetta della popolazione è suscettibile al contagio “rimane prioritaria la somministrazione del ciclo primario a 4,67 milioni di persone e del booster a 2,8 milioni, in particolare agli over 50 a rischio elevato di malattia grave”.
Nella settimana dal 2 all’8 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati contro il Covid-19: sono stati 29.474 rispetto ai 39.036 della settimana precedente, ovvero -24,5%. Di questi il 17,9% è rappresentato dalla fascia 5-11: 5.290, un numero dimezzato rispetto alla settimana precedente (-50,1%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 9.682, con il -11,5% rispetto alla settimana precedente. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
In Italia si prevede un aumento dei casi di Covid-19 del 3,9% nei prossimi 30 giorni, con una crescita progressiva quasi di tipo lineare, ossia “a incrementi approssimativamente costanti”. E’ quanto indicano le analisi dello lo statistico Livio Fenga, senior lecturer del Centro di analisi, simulazione e modelli dell’università britannica di Exeter. “Nei prossimi 30 giorni si prevede un incremento dei casi di Covid-19 non esplosivo, ma che tenderà a seguire un trend stabile a livello nazionale”, ha detto Fenga all’ANSA. “La media nazionale – rileva – nasce perciò dalla presenza di regioni che trainano la crescita, regioni virtuose e regioni che mostrano incrementi tutto sommato lievi, come la Toscana (6,6%) o la Puglia (0,38%). Una crescita quasi lineare e non esplosiva grazie all’effetto dei vaccini e dalla quale emerge che alcune delle regioni trainanti, come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria, sono anche quelle in cui sono state fatte meno vaccinazioni”. L’invito dell’esperto è a “non abbassare la guardia” perché sarebbe sufficiente la comparsa di una nuova variante a trasformare la crescita da lineare in esponenziale”. L’incremento maggiore, di ben 90,23%, si prevede nel Veneto, “verosimilmente a causa della vicinanza della regione al confine”, con un aumento dei casi dai 49.259 registrati l’8 marzo a circa 93.687 per l’8 aprile. Più contenuto l’incremento previsto in Lombardia, pari al 19.48 %, con un aumento di casi dagli 111.594 dell’8 marzo a 133.337 per l’8 aprile. In Emilia Romagna l’incremento previsto è del 16.68% (da 27.357 a 31.919 casi), in Calabria è del 14,00% (da 48.035 a 54.761 casi). Altri incrementi significativi sono segnalati da Fenga nella provincia autonoma di Trento (da 2.840 a 3.230, con un aumento del 13,74%), in Sicilia (da 226.472 a 247.350, con un aumento del 9,22 %), in Valle d’Aosta (da 1.322 a 1.439.322, con un aumento 8.87%). Sono invece in controtendenza Lazio, Marche e Sardegna, dove di prevede una riduzione dei casi entro un mese. I dati di Fenga indicano per il Lazio una riduzione del 48,62% (da 104.211 a 53.547), per le Marche del 18,57% (da 14.352 a 11.687) e per la Sardegna dell’11,74% (da 24.426 a 21.558).
Dal 28 febbraio al 9 marzo sono state somministrate quasi 11.600 (11.595) dosi di vaccino Novavax, di cui il 59,2% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa. Ma sul fronte dei nuovi vaccinati non si registra “nessun boom”. Lo rileva il monitoraggio della fondazione Gimbe. “La speranza che questo vaccino, basato su una tecnologia più tradizionale rispetto agli innovativi vaccini a mRNA, potesse convincere gli indecisi è stata disattesa”, sottolinea il presidente Gimbe Nino Cartabellotta.