Sono 273 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 13.879 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza sale al 2% ieri era all’1,8%. L’isola è al terzo posto nei contagi giornalieri, al primo c’è il Veneto con 342 casi al secondo la Lombardia con 306 nuovi positivi.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

Gli attuali positivi sono 10.036 con una diminuzione di 617 casi. I guariti sono 878 mentre si registrano altre 12 vittime che portano il totale dei decessi a 6.909.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono adesso 379 i ricoverati, 8 in meno rispetto a ieri mentre in terapia intensiva sono 39, tre in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Sul fronte del contagio nelle singole province  Palermo con 54 casi, Catania 99, Messina 30, Siracusa 31, Ragusa 3, Trapani 19, Caltanissetta 5, Agrigento 16, Enna 16.

Covid: test salivari tra banchi scuole sentinella a Catania

Al via anche in alcune scuole del catanese la campagna di screening con test salivari per individuare l’eventuale presenza di positivi al covid-19 nelle scuole elementari e medie. Sono 1.100 i tamponi salivari distribuiti in 10 scuole della provincia dall’Ufficio emergenza Covid. I risultati si avranno tra una decina di giorni. Ad ogni scuola sono stati consegnati 110 kit.

Tre i distretti interessati: Acireale, Giarre e Gravina di Catania. “Il tampone salivare – spiega il commissario emergenza Covid di Catania, Pino Liberti – ha un alto indice di affidabilità ed è molto meno invasivo. Per questa ragione è particolarmente indicato per i più piccoli, ma va bene anche per gli adulti”. Questo tipo di test consente di rilevare il materiale genetico del virus anche nei soggetti asintomatici o pre-sintomatici.

Queste le scuole sentinella individuate dalla struttura commissariale: Falcone Acicastello, Paolo Vasta Acireale, A. Dalla Chiesa San Giovanni La Punta, Verga Viagrande, De Amicis Tremestieri Etneo, Federico di Svevia Mascalucia, III circolo Giarre, II circolo Giarre, Casella Pedara, San Domenico Savio San Gregorio Ad occuparsi dello screening sono le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) del settore scuola. Il test salivare, al momento, non dà diritto al green pass. In caso di positività non sarà necessario effettuare un tampone di verifica, secondo la normale procedura.

Green Pass: per il 56% italiani riduce rischio contagi

Poco più della metà degli italiani, il 56%, ritiene che il Green pass sia una misura efficace a ridurre il rischio di contagi e dunque utile nella lotta alla pandemia da Covid-19. E soltanto il 52% pensa che sia giusto vietare l’accesso ai luoghi di lavoro a chi non sia in possesso del certificato verde. Un poco più ampia (60%) è la quota dei cittadini che vede nel Green pass introdotto dal Governo Draghi uno strumento di responsabilità sociale. Sono alcuni dei dati emersi dalla rilevazione dell’EngageMinds HUB, Centro di ricerca dell’Università Cattolica, che già a fine febbraio 2020 ha attivato un monitor continuativo sui comportamenti della popolazione relativi alla pandemia.

“Dall’ultima rilevazione emerge che il Green Pass non raggiunga la base per un pieno consenso sociale”, sottolinea Guendalina Graffigna, Ordinario di psicologia della salute e dei consumi e direttore dell’EngageMinds HUB. Gli over-60 rappresentano la fascia di età che più si discosta dal ritenere il Green pass una violazione della libertà personale e un modo del governo di controllare i cittadini e si sentono più sicuri a seguito dell’introduzione del certificato verde. Queste percezioni non si riscontrano per gli individui tra i 35 e i 59 anni. Gli under 34, al contrario, percepiscono il Green pass come uno strumento di violazione della privacy. Dallo studio emerge che la frazione di coloro che ritengono efficace il Green pass nel contenimento dei contagi aumenta molto tra chi ha un reddito relativamente elevato; per contro, tra coloro che denunciano un reddito basso, la percentuale scende al 51%. Andamento analogo si riscontra per la questione dell’uso del Green pass nei luoghi di lavoro: il 63% tra i più benestanti pensa sia giusto renderlo obbligatorio, mentre tra i meno abbienti questa frazione si ferma di nuovo al 51%. Contro una media nazionale del 55%, i favorevoli scendono al 49% nel Nord Ovest del Paese, e salgono al 61% nel Sud e nelle Isole. La ricerca di EngageMinds HUB è stata condotta su un campione di oltre 6.000 italiani, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione.

Influenza: Pregliasco, il virus sta per alzare la cresta

Il caso di influenza segnalato in un bambino a Torino mostra “che il virus influenzale sta per alzare la cresta. Per ora si tratta dei primi casi sporadici, come sempre avveniva negli anni passati prima della pandemia in questo periodo, perché poi l’ondata influenzale dovrebbe iniziare tra fine novembre e inizio dicembre”. A spiegarlo all’ANSA è il virologo dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. “Come ogni anno si comincia.

La sorveglianza Influnet è ormai rodata e vede l’invio dei primi campioni isolati sporadici”, continua. Secondo quanto ha appreso l’ANSA, oltre al campione isolato nel bambino ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino, all’Istituto superiore di sanità (Iss) ne è stato inviato anche un altro da Milano.

Le analisi di laboratorio confermeranno nei prossimi giorni se e che tipo di virus influenzale si tratta. “L’anno scorso non c’era stato nessun isolamento in questo periodo – prosegue Pregliasco – e questi primi casi confermano i nostri timori, cioè che il virus influenzale sta per alzare la cresta. E’ nei tempi giusti rispetto al suo sviluppo. Questo inverno sarà la nostra ultima battaglia con la pandemia perché siamo in una fase di riduzione dell’epidemia”. Ma nelle prossime settimane e mesi, conclude Pregliasco, “gli sbalzi termici, la maggior quantità di tempo passata al chiuso, la riapertura delle attività lavorative e delle scuole sono tutti elementi di rischio per i contagi influenzali. Bisognerà vedere come influiranno l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani”.

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