Sono 2.466 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 17.804 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 4.468. Il tasso di positività scende al 13,8% ieri era al 15,1%.
L’isola è al secondo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 246.666 con un decremento di 856 casi. I guariti sono 3.390 mentre le vittime sono 18 e portano il totale dei decessi a 9.281.
Sul fronte ospedaliero sono 1.256 ricoverati, con 23 casi in meno rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 94, con sei caso in meno rispetto a ieri.
Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 741. casi, Catania 479, Messina 355, Siracusa 243, Trapani 212, Ragusa 167, Caltanissetta 89, Agrigento 170, Enna 96.
Dopo la discesa dei giorni scorsi, in Italia è ferma al 10% la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19, così come è ferma al 20% l’occupazione dei reparti di area medica non critica. Questi i dati Agenas, aggiornati al 20 febbraio e che evidenziano, per entrambi i parametri, diverse oscillazioni a livello regionale.
A superare la soglia nazionale del 10% dei posti in intensiva occupati da pazienti Covid sono 10 regioni: Lazio al 16%; Calabria e Sardegna al 13%; Liguria, Marche, Sicilia e Valle d’Aosta al 12%; Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Puglia all’11%.
Nel 2020 la pandemia ha indotto molte persone a rinviare o rinunciare alle nozze. I matrimoni celebrati in Italia sono stati 96.841, il 47,4% in meno rispetto al 2019. In calo soprattutto le nozze con rito religioso (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). Per i primi nove mesi del 2021 i dati provvisori indicano, rispetto allo stesso periodo del 2020, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente. Diminuiscono anche le unioni civili tra partner dello stesso sesso (-33,0%), le separazioni (-18,0%) e i divorzi (-21,9%). E’ quanto emerge dal report Istat 2020.
“Ad oggi per la popolazione generale non ci sono evidenze scientifiche che dicano che serve la quarta dose”, autorizzata nei giorni scorsi in Italia dall’Aifa per gli immunodepressi. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni de L’Italia s’è Desta su Radio Cusano Campus, aggiungendo, sempre a proposito della campagna vaccinale, che ” la copertura vaccinale sul contagio declina rapidamente. Sulla copertura contro la malattia grave, il vaccino consente, dopo 3-4 mesi dal booster, una protezione del 90%”.
Cartabellotta ha anche sottolineato che “il numero di prime dosi scende di settimana in settimana. In fascia pediatrica c’è un numero molto elevato di guariti, circa 660mila da meno di 180 giorni che non possono essere vaccinati. La campagna 5-11 – ha rilevato – non è mai decollata. Questo dipende anche dalle scelte delle Regioni: in Puglia siamo al 43% di ciclo completo, in Provincia di Bolzano e nelle Marche a poco più del 15%. La scelta della Puglia di vaccinare nelle scuole è stata vincente”.
Il presidente della Fondazione Gimbe ha poi confermato che “siamo in piena fase discendente della quarta ondata”, ma ha invitato a non abbandonare le restrizioni come le mascherine al chiuso e l’isolamento dei positivi (quest’ultima decisa in Gran Bretagna). Va fatta “attenzione – ha sottolineato – a non confondere la necessità di togliere tutte le restrizioni con l’eliminazione di strategie fondamentali”. Quanto alla pressione sugli ospedali, Cartabellotta ha sottolineato che “si sta alleggerendo”, con 13.284 pazienti ieri in area medica (19mila a metà gennaio) e 934 pazienti in terapia intensiva (contro 1.700 poco più di un mese fa).
“La riduzione giornaliera dei casi, siamo a circa 50mila al giorno – spiega ancora – è dovuta alla riduzione del numero dei tamponi. Il tasso di positività è praticamente stabile. Non è escluso che nelle prossime settimane si possa vedere un rallentamento dei nuovi casi ma dobbiamo vedere le curve. Vedremo più una fase di appiattimento della curva che di discesa”.