Sono 13.048 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 62.875 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 13.231. Il tasso di positività scende al 20,7% ieri era 23,4%.
L’isola è al settimo posto per contagi, al primo posto c’è la Lombardia con 41.050 casi, al secondo posto, la Campania con 27.034 casi, al terzo posto il Veneto con 19.811 casi, al quarto l’Emilia Romagna con 18.631 casi, al quinto il Piemonte con 17.ò147 casi, al sesto la Toscana con 13.341 casi.
Gli attuali positivi sono 140.923 con un aumento di 11.610 casi. I guariti sono 1.413 mentre le vittime sono 25 e portano il totale dei decessi a 7.765.
Sul fronte ospedaliero sono 1.441 ricoverati, con 55 casi in più rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 165, 2 casi in più rispetto a ieri.
Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 3.404 casi, Catania 3.300, Messina 1.111, Siracusa 1.441, Trapani 664, Ragusa 894, Caltanissetta 952, Agrigento 1.047, Enna, 235.
No a nuovi giorni di vacanza e stop a qualsiasi rinvio della riapertura della scuola in Sicilia: domani tutti in classe.
Dopo il primo rinvio della ripresa delle lezioni, ci si aspettava un nuovo rinvio in Sicilia come aveva ipotizzato l’assessore regionale Roberto Lagalla. La ripresa delle scuole, invece, è realtà. Una lunga discussione quella della task force al termine della quale è stata decisa la riapertura in presenza senza ulteriori rinvii.
L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla che ha coordina l’incontro, aveva ipotizzato una proroga di altri due giorni delle vacanze natalizie dunque fino a venerdì compreso consentendo il rientro da lunedì. L’idea era quella di aspettare al dichiarazione di zona arancione e proprio da lunedì ricorrere alla Dad.
Ma assodato che questo non sarà possibile neanche da lunedì un nuovo rinvio di ulteriori due giorni non sarebbe servito a nulla
Alla riunione hanno partecipato anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza, i dirigenti dell’ufficio scolastico regionale, il prof. Gianni Puglisi per gli Atenei dell’Isola, una rappresentanza degli studenti.
I sindaci siciliani non ci stanno e chiedono dati certi sulla diffusione dell’epidemia da Covid19 in Sicilia nei singoli Comuni, sull’attivazione delle USCA e sulla disponibilità di mezzi di aerazione e delle mascherine FFP2.
La richiesta era emersa già ieri sera, dall’assemblea di tutti i sindaci siciliani, svoltasi in modalità digitale, nel corso dalla quale un gran numero di primi cittadini hanno espresso preoccupazione per l’evoluzione del quadro epidemiologico in Sicilia e per la grande difficoltà nel reperimento di dati certi e attendibili sul tracciamento del contagio nelle proprie comunità. In task force la richiesta è stata reiterata.
“In una nota, inviata al presidente Musumeci e all’assessore Razza- ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia – abbiamo chiesto di conoscere i dati certi relativi al numero dei contagiati comune per comune, all’incidenza degli stessi su 100.000 abitanti, al tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aree mediche insieme al numero delle persone vaccinate”.
“Considerata la gravità della situazione sulla quale si è già espresso anche il Comitato Tecnico Scientifico della Sicilia auspicando una eventuale zona arancione o addirittura rossa per l’intera Isola – continua Orlando – essere informati, in tempo reale, sull’andamento dei contagi nei nostri territori rappresenta un elemento fondamentale per consentire l’adozione di eventuali misure di contenimento urgenti e necessarie”.
Intanto, oltre ai sindaci, sindacati e associazioni dei genitori continuano a premere per non far ripartire le lezioni così come, in particolare, le associazioni dei genitori dei bambini fragili. Ora montano le proteste e il caos appare dietro l’angolo
Subito dopo la fine della task force l’Anci Sicilia ha convocato una assemblea urgente per le determinazioni dei primi cittadini in materia. Si ipotizzano ordinanze sindacali di chiusura della scuola fatte ‘in fotocopia’ tutte uguali da parte di 200 sindaci circa allo scopo di prendere ancora qualche giorno in attesa che il Consiglio dei Ministri eventualmente le impugni e il Tar si pronunci.
“Anche la Sicilia si arrende a quanto deciso, in solitudine, dal governo nazionale. Da domani 13 gennaio, infatti, tutte le scuole di ogni ordine e grado saranno riaperte” sostiene Claudio Parasporo, segretario della Uil Scuola Sicilia, che aggiunge: “I dati che riguardano i contagi fanno presumere che i numeri ancora non hanno raggiunto il picco e che sicuramente la riapertura degli istituti, in questo momento, contribuirà ad una maggiore circolazione del virus. Speriamo che il governo nazionale cambi le regole per avviare la dad e che ritorni a regole più stringenti nell’interesse dei lavoratori e degli studenti”.
“Tornare a scuola già domani è un gravissimo errore. È assurdo sperare di diventare zona arancione o rossa per tenere chiuse le scuole. Ciò vuol dire auspicare un incremento delle degenze in terapia intensiva” dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, a margine della riunione della task force sulla pandemia tenutasi stamani.
“Non lo diciamo solo noi che bisogna ritardare il ritorno a scuola – aggiunge – ma anche la comunità scientifica, nonché autorevoli esperti come lo stesso consulente del Ministero della salute, il professor Ricciardi”.
“È giunto il momento che il governo nazionale – continua Rizza – si assuma le responsabilità che gli competono e faccia un mea culpa rispetto a tutto quello che non è stato fatto. Le promesse sui tamponi gratuiti e sulla fornitura di mascherine ffp2, tra l’altro solo in casi particolari, sappiamo con certezza che saranno difficilmente realizzabili”.
“Il tracciamento e la fornitura dei presidi di protezione sono due condizioni fondamentali – rimarca Gaetano Agliozzo, segretario della Fp Cgil Sicilia – per garantire il ritorno a scuola in sicurezza. Condizioni che sono state disattese”.
“Dal dibattito – prosegue Gabriella Messina della Cgil Sicilia – sono emerse le difficoltà e le criticità legate ad un andamento epidemiologico in itinere impone strategie e misure adeguate, nessuna esclusa, ed investimenti concreti da tempo invocati per garantire la scuola in sicurezza”.
Per Katia Perna della Flc Cgil Sicilia “continuano le difficoltà nel reperimento dei supplenti per la sostituzione del personale assente e nelle comunicazioni relative alla positività degli alunni. Tutto ciò mentre non ci risulta che siano state adottate nuove misure per potenziare e rendere efficace e tempestivo il tracciamento”.
“La riapertura – conclude il dirigente scolastico Franco Pignataro – non risolve il problema della didattica in presenza ed in dad, assai contraddittoria dal punto di vista metodologico. Come al solito i ritardi negli interventi creano queste condizioni indecifrabili”.
“Resta di fondamentale valenza avere piena contezza dei dati reali e aggiornati dell’andamento epidemiologico”. dice il segretario generale Cisl Scuola Sicilia Francesca Bellia . “Riteniamo assolutamente necessario rendere più veloci i tempi del tracciamento anche attraverso la dislocazione, in alcune scuole polo, di presidi sanitari territoriali che possano semplificare e snellire le procedure di gestione dei contatti a livello scolastico.”.
“Diventa indispensabile la pronta e veloce attivazione delle USCA. Ribadiamo la necessità di garantire una adeguata e tempestiva fornitura delle mascherine FFP2 per tutto il personale. L’ultimo monitoraggio richiesto alle scuole non tiene per esempio conto del potenziale fabbisogno di tali dispositivi di protezione per gli alunni della secondaria di primo e secondo grado, nel caso di una positività in classe. Manca pertanto la possibilità per i dirigenti scolastici di indicare anche solo una stima di tale fabbisogno”.
“Continua a destare la nostra grande preoccupazione la particolare condizione in cui versa la scuola dell’infanzia proprio in ragione della specificità di tale contesto e della particolare contagiosità della variante Omicron tra gli alunni di questa fascia di età. In questo contesto ci accingiamo a ritornare in classe nella consapevolezza di una situazione che sul piano organizzativo sovraccarica ulteriormente il ruolo e le responsabilità dei dirigenti scolastici e del personale tutto” conclude Bellia.