Sono 1.355 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 9.161 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 3.787. Il tasso di positività scende al 15,0% mentre ieri era al 16,1%.
L’isola è oggi al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 132.186 con un incremento di 566 casi. I guariti sono 995 mentre le vittime sono 3 portano il totale dei decessi a 10.367.
Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 947, 8 in meno rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 49, uno in più rispetto a ieri.
A livello provinciale si registrano a Palermo 396 casi, Catania 244, Messina 280, Siracusa 114, Trapani 186, Ragusa 85, Caltanissetta 126, Agrigento 135, Enna 25.
Primi segnali di crescita per le quarte dosi, che in due giorni – giovedì e venerdì scorsi – hanno sfiorato le 15mila somministrazioni complessive. In totale sono 93.430 le quarte dosi fatte finora. Continuano invece a diminuire le somministrazioni delle prime dosi e del nuovo vaccino Novavax. I numeri emergono dall’analisi dei dati forniti sul sito del Governo dedicato al report vaccini. Il primo incremento delle quarte dosi arriva dopo l’apertura dell’Aifa per over 80, ospiti di Rsa e 60-80enni fragili, sebbene alcune Regioni non abbiano ancora iniziato a prendere le prenotazioni (la Liguria ad esempio inizierà domani).
La settimana pasquale, inoltre, ha probabilmente spinto gli italiani a prenotare l’inoculazione dopo le feste. Nel dettaglio, in Italia hanno ricevuto la quarta dose 7.340 persone giovedì scorso e 7.562 venerdì, per poi scendere a 4.126 la vigilia di Pasqua. A livello geografico è in testa la Lombardia con 2.796 dosi giovedì e 2.331venerdì. La Campania ne ha registrate 2.500 in totale tra giovedì e venerdì, l’Emilia Romagna poco meno di 1.700 nei due giorni.
Nel Lazio sono state somministrate 621 dosi giovedì, 725 venerdì e – in controtendenza rispetto alle altre regioni – un picco di 837 sabato. Rallentano ancora, invece, le somministrazioni del nuovo vaccino Novavax. Nell’ultima settimana, dall’11 al 17 aprile, sono state 1.475, circa 210 al giorno in media. Nella settimana precedente erano state 2.744. In totale nelle prime sette settimane di disponibilità, dal 28 febbraio al 17 aprile, sono 37.681 gli italiani a cui è stato inoculato il Novavax. Sempre nell’ultima settimana, il numero di prime dosi iniettate si attesta a poco meno di 6mila, confermando il trend di progressivo calo che si registra da diverse settimane.
La quarta dose (o secondo booster) di vaccino anti-Covid “non ha senso per tutti. Va bene per i fragili seriamente immunocompromessi e per i grandi anziani. L’idea è di allugare la protezione fino all’estate in questa parte di popolazione più a rischio sperando che a giugno poi il Sars-CoV-2 circoli meno. Ma non ha senso una quarta dose per tutti, mentre potrebbe averla in autunno. Anche in quel caso, però, andranno valutati i dati e le persone che dovranno riceverla, ma con i nuovi vaccini. E ce ne sono allo studio i bivalenti, contro influenza e Omicron e trivalenti, contro influenza, omicron e sinciziale respiratoria”. E se in autunno “non vedremo un rialzo dei contagi, si può valutare di somministrare un nuovo vaccino ai fragili, agli anziani, agli operatori sanitari e agli insegnanti”.
Così all’ANSA il direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi, sottolineando che il vero banco di prova partirà da metà settembre quando riapriranno le scuole e quando si tornerà al lavoro dopo le ferie estive. “Ciò che dobbiamo dire – sottolinea Ciccozzi – è di fare la terza dose. Questo sì che è importante perchè il booster dà una netta protezione sia dal contagio che soprattutto dalla malattia severa”. Interessante, in questa fase e guardando all’autunno, secondo Ciccozzi il fatto che “non appaiono nuove varianti.
È sempre Omicron che si presenta in forme ricombinanti”. Sia Omicron 4 sia Omicron 5, “hanno ulteriori mutazioni (S:L452R e S:F486V) nella regione di Spike” di Sars-CoV-2, quella che il virus utilizza per agganciare le cellule bersaglio, nonché “mutazioni uniche al di fuori di Spike”, spiega Ciccozzi, “ma non ci sono nuove varianti”. Questo comporta – dice l’esperto – che la sintomatologia resta la stessa della prima ondata di Omicron, pur se con qualche sintomo diverso che si è aggiunto, mentre il periodo di malattia si mantiene su 8-10 giorni. Quindi possiamo dire massimo contagio ed espressione blanda”. Allo stato attuale “non si sa se arriveranno altre varianti più contagiose. Più contagiosa di questa non la vedo. Forse ci stiamo avvicinando all’adattamento dell’uomo al virus”.
– L’obbligo di mascherine al chiuso, “secondo me andrebbe un pochino prorogato. Vediamo come vanno avanti i dati. Perchè se si conferma questo Rt inferiore a 1 allora via via dovrebbe finire questa onda e se termina questa onda allora lasciamo andare anche questo”. Così all’ANSA il direttore sanitario dell’Ircss Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, in merito allo stop dell’uso delle mascherine al chiuso che dovrebbe partire dal primo maggio ma per il quale si attende una decisione su una eventuale proroga.
“In questa fase – dice Pregliasco – dobbiamo aprire in progressione e purtroppo credo che questi giorni di Pasqua potranno essere un elemento di rischio rispetto all’effetto che potremo vedere fra 15 giorni”. Diverso è il discorso della mascherina per soggetti fragili o persone che li assistono. Per queste categorie “bisogna assolutamente continuare a indossarla. Continuiamo a usarla ma con buon senso nell’ottica delle situazioni di rischio”, conclude Pregliasco.
Vale la pena di fare la quarta dose (o secondo booster) con questo vaccino per i fragili e gli over 80 “per dare una risposta anche di memoria al sistema immunitario, oltre che di produzione di anticorpi. Tutto il resto della popolazione, in considerazione della protezione residua, può aspettare e credo che l’approccio futuro, a meno dell’insorgenza di una terribile nuova variante, sarà quello della vaccinazione antinfluenzale, quindi una vaccinazione raccomandata, di offerta, in particolare per i soggetti fragili, e con gli stessi tempi di quella dell’influenza”.
Così all’ANSA il direttore sanitario dell’Ircss Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco che spiega: “Ci aspettiamo una perdita di protezione perché vediamo che purtroppo quasi il 5% dei casi sono di soggetti che si reinfettano, quindi questa malattia non ci garantisce una protezione nemmeno con la guarigione per la vita, a differenza per esempio del morbillo che lo si prende una volta e finisce lì”. Quindi, prosegue Pregliasco, “ora avremo un calo con il bel tempo, e la fine del rialzo dei casi intorno a fine maggio, con una quota notevole di soggetti immunizzati con la vaccinazione e la guarigione, ma non ci aspettiamo una protezione per lungo tempo. Dunque un rigurgito nell’inverno quando, come le onde in uno stagno, ci saranno nella prossima stagione ma magari non pesantissima e via via diventare uno dei tanti virus simil respiratori classici a corollario dell’influenza”.
Attualmente, conclude Pregliasco in merito all’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Italia “siamo in una situazione in cui abbiamo raggiunto un livello di plateau, con l’indice di trasmissione Rt che per fortuna si sta riabbassando. Non è la quinta ondata in termini assoluti, ma una fase di rialzo che ha rovinato la fine della quarta ondata. Il virus con Omicron si è presentato un terzo meno cattivo ma non è una passeggiata per i fragili e i non vaccinati. E se un rabbonimento c’è stato è stato grazie alla gran quota di vaccinati anche se il vaccino non protegge del tutto ma fa stare più tranquilli”. Come tranquilla, dice Pregliasco, è la situazione in ospedale anche se, fa notare “non riusciamo a chiudere il reparto Covid”.