Stop alla riapertura delle scuole in Sicilia lunedì 10 gennaio. Il contagio da Covid19 scatena il caos e dopo una lunga trattativa il governo della regione decide il rinvio della riapertura prevista per lunedì.
La task force regionale decide uno stop di tre giorni
Dopo una lunga riunione iniziata intorno alle 12 della task force regionale alla quale erano presenti sindaci,
sindacati, rappresentanti di studenti, presidi e professori e, per il governo regionale gli assessori alla salute Ruggero Razza e all’Istruzione Roberto Lagalla, è stato deciso il rinvio di tre giorni della data di riapertura.
Le scuole riaprono il 13 gennaio in Sicilia
Il relativo provvedimento sarà emanato nelle prossime ore,. ne consegue che le scuole, in Sicilia, riaprono non lunedì 10 gennaio ma giovedì 13 gennaio. Il rinvio è stato deciso per consentire di verificare tutti gli aspetti organizzativi e dare il tempo agli istituti di prepararsi per applicare le nuove regole.
La scelta resta nazionale
Ma la scelta sul rinvio resta materia di competenza nazionale e anche questo provvedimento non è esattamente in linea con i poteri regionali. Si spera nel buon senso. A livello nazionale il ministro Bianchi non vuole cedere sull’intenzione di aprire e, sempre per oggi, ha convocato i sindacati per illustrare il nuovo articolato sistema anti Covid19 che prevede quarantena da 15 giorni per la classe con un contagio alle elementari, due alle medie per i ragazzini fino a 12 anni, tre dopo i 12 anni e alle superiori ma con la distinzione fra vaccinati e non vaccinati con i primi che possono evitare la quarantena.
Duecento sindaci siciliani dicono no alla ripartenza
Oltre 200 sindaci ieri sera hanno partecipato ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni.
Già nei giorni scorsi l’Associazione dei comuni siciliani aveva manifestato preoccupazione per il dilagare dei contagi, sottolineando, in una nota inviata al presidente Musumeci e all’assessore Lagalla, la necessità di riprendere le lezioni in Dad. Cose ribadite durante la task force di oggi
Primi cittadini pronti ad emettere ordinanze
La decisione assunta dalla regione potrebbe fermare le ordinanze comunali che erano state emesse o erano in corso di emissione e uniformare la situazione nei comuni siciliani in attesa di ulteriore confronto. Questo non vale, però, per i 46 comuni in zona arancione,m 42 dei quali da domani in base all’ordinanza regionale di ieri. per questi territori la Dad può essere legittimamente disposta da subito e la maggior parte dei sindaci hanno già emanato le loro ordinanze avviando la dad da una a tre settimane
Mercoledì nuova riunione della task force
La task force regionale Covid19 scuola tornerà a riunirsi mercoledì per tornare ad affrontare l’argomento, valutare la situazione del contagio e lo stato di avanzamento organizzativo.
Priorità è sicurezza di tutti
“La priorità è la sicurezza di tutti, ci auguriamo che questi giorni possano garantire un rientro più tranquillo” dice Francesca Bellia segretario della Cisl scuola Sicilia che sottolinea come la richiesta avanzata dai sindacati fosse di una settimana di rinvio.
Personale scolastico decimato dalle quarantene
“Le scuole non hanno ricevuto dati di positività segnalati da Asp ma solo casi singoli segnalati dalle famiglie, sappiamo che ci sono molti docenti e molti fra personale Ata in quarantena, ma nessun dirigente scolastico ha un quadro chiaro e chiedendo lo slittamento di una settimana abbiamo riferito una loro richiesta. Siamo tutti in attesa di ulteriori indicazioni ministeriali”.
Si attende un segnale da Roma
“Ci rendiamo conto che quella sulle aperture delle scuole in presenza è una norma nazionale che la Regione può solo applicare”.
“Ci sono adempimenti che non possono essere espletati dai dirigenti scolastici e la gestione organizzativa non è per nulla semplice. La privacy vincola qualunque decisione e il diritto costituzionale all’istruzione non può essere disatteso se non ci sono norme chiare di riferimento. La fornitura delle mascherine deve essere garantita e ad oggi non sono pervenute alle scuole e ribadiamo: la scuola in presenza è una priorità per tutti ma lo si faccia solo in estrema sicurezza” conclude Bellia.
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