La paventata proroga dell’esibizione del green pass sino al 2023 inevitabilmente innesca le polemiche. E ad accenderle ci ha pensato una siciliana, la parlamentare europea Annalisa Tardino, che bolla come “inutile e insensata” questa eventualità di esibire il certificato verde tenendolo in piedi nella sua validità sino a tutto il prossimo anno.
Limitazione dei propri diritti
“Chiedere di prorogare questo strumento fino al giugno 2023, oggi, – sottolinea la Tardino – rappresenta una limitazione di alcuni diritti fondamentali. Ed è incomprensibile che i gruppi di maggioranza in Ue e forze politiche italiane non abbiano votato per respingere l’avvio dei negoziati sulla modifica del regolamento, posto che non vi sono giustificazioni o motivazioni valide a supporto della proroga. Una decisione assurda e senza senso”.
Situazione di “normalità”
La coordinatrice Id in commissione Libe è intervenuta in aula durante la sessione plenaria ed ha espresso questo suo forte parere. “L’anno scorso il parlamento Europeo ha adottato il Covid certificate, meglio noto come Green Pass, – precisa – nel pieno della pandemia perché fosse uno strumento di armonizzazione normativo che facilitasse gli spostamenti dei cittadini europei tra gli stati membri, in via del tutto eccezionale, da rimuovere una volta superata l’emergenza. In Europa siamo tornati per fortuna a una situazione di normalità, senza mascherine o certificati da esibire”.
Dall’1 maggio è cambiato tutto per green pass e mascherine
Dallo scorso 1 maggio, ci sono state novità su green pass e mascherine al chiuso. Ad esempio nei luoghi di lavoro non dovrà più essere mostrato il green pass. Quindi, potranno accedere anche i non vaccinati. Non più obbligatorie le mascherine anche se raccomandate. Tuttavia, i datori di lavoro potranno anche decidere se renderle obbligatorie. Nessuna differenza tra luoghi di privato pubblici e privati. Nella circolare inviata dal ministro Renato Brunetta a tutti gli uffici pubblici si legge che l’uso delle mascherine FFP2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive.
Ristoranti, negozi e supermercati
Né green pass né obbligo di mascherine nei ristoranti, sia all’aperto che al chiuso, nei supermercati e nei negozi. L’obbligo non riguarda neanche i dipendenti, fermo restando che il datore di lavoro può decidere altrimenti. Cade l’obbligo del green pass anche in cinema e stadio. Ma le mascherine vanno indossate fino al 15 giugno negli “spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonché per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso”.
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