Arriva una nuova ordinanza per la lotta al contagio da Covid19 in Sicilia. L’ha firmata poco fa il presidente della Regione Nello Musumeci. L’ordinanza è la numero 34 del 2020 e di fatto proroga le ordinanze numero 25, 26, 30 e 31 e aggiorna la 32 adeguandola all’ordinanza 12 del Ministro della Salute (la 33 è quella contestata sui migranti attualmente sospesa dal tar in attesa di udienza di merito).
Di fatto questo significa che vengono prorogate tutte le misure anti covid che in Sicilia sarebbero scadute a settembre. Dunque viene prorogato fino al 7 ottobre (per il momento) il distanziamento sociale, gli obblighi di sanificazione dei locali pubblici e degli esercizi commerciali, la presenza di gel disinfettante, l’obbligo di mascherina al chiuso e comunque di avere la mascherina con se anche all’aperto per indossarla in caso di impossibilità a mantenere la distanza e così via. Tutte le norme alle quali ci siamo abituati in questi mesi restano in vigore.
Ma c ‘è una differenza. L’ordinanza di oggi in realtà supera la precedente ordinanza 32 che aveva anticipato la decisione del Ministero della Salute e imposto i controlli per gli arrivi da Malta, Spagna e Grecia. Solo in seguito, adeguandosi alla prudenza suggerita da Roma, la Sicilia aveva aggiunto la Croazia all’elenco. E la nuova ordinanza riguarda obbligo di tampone per tutti i turisti che arrivano da quei Paesi, Croazia compresa ma anche per i siciliani. Sia i turisti che i siciliani di rientro devono mostrare uno screening negativo o un tampone negativo effettuato nelle ultime 72 ore per poter liberamente circolare oppure sottoporsi a tampone in aeroporto e attendere l’esito in albergo o a casa prima di poter iniziare la propria vacanza o riprendere la normale attività.
Nella precedente ordinanza era diversa la procedura per i siciliani di rientro che venivano, invece, mandati a casa in quarantena fiduciaria per 14 giorni. Il tampone per loro arriverà a cura dell’Asp alla fine del periodo di quarantena. Nonostante ciò sono stati oltre 1500 i tamponi effettuati nei due aeroporti siciliani dall’entrata in vigore dell’ordinanza nella sua prima versione fino a ieri.
Adesso le nuove norme sono uniformi a quelle nazionali: “Ai sensi dell’ordinanza del Ministro della Salute del 12 agosto 2020, alle persone che intendono fare ingresso nel territorio nazionale – si legge nella nuova ordinanza – e che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Croazia, Grecia, Malta o Spagna, ferme restando le disposizioni di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020, si applicano le seguenti misure di prevenzione, alternative tra loro:
a) obbligo di presentazione al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli dell’attestazione di essersi sottoposte, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, ad un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo;
b) obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in attesa di sottoporsi al test presso l’azienda sanitaria locale di riferimento le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora.
2. Le persone di cui al comma 1, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio.
3. In caso di insorgenza di sintomi COVID-19, resta fermo l’obbligo per chiunque di segnalare tale situazione con tempestività all’Autorità sanitaria per il tramite dei numeri telefonici appositamente dedicati e di sottoporsi, nelle more delle conseguenti determinazioni dell’Autorità sanitaria”.
Il sistema dei controlli sembra essere andato a regime in questi ultimi giorni dopo una prima fase abbastanza confusa e una serie di errori commessi durante la gestione della fase di avvio. Le aree dedicate sono state attrezzate negli aeroporti di Palermo e Catania mentre negli altri aeroporti non ci sono voli diretti dai Paesi inseriti nell’ordinanza come a rischio.
Ad eseguire i controlli, però, sono le Asp di Catania e Palermo con proprio personale e convenzioni appositamente predisposte o di sanità aerea e marittima ma in Sicilia questo non è stato possibile ed è dovuta intervenire la Regione.
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