La maggioranza dei medici, degli infermieri e del personale sanitario del Policlinico di Palermo è favorevole alla vaccinazione obbligatoria.
E’ quanto emerge da un sondaggio a cui hanno aderito circa 500 dipendenti dell’azienda ospedaliera e che è stato condotto da un team multidisciplinare dell’Università degli Studi di Palermo guidato da Lucia Craxì, bioeticista del Dipartimento Bind, e da Vincenzo Restivo, igienista del Dipartimento Promise.
Il questionario si è posto l’obiettivo di rispondere con rigore scientifico per conoscere se Il personale sanitario sia motivato nell’accedere per primo ai vaccini che verranno imposti. I medici e infermieri a maggioranza concordano che debbano essere loro i primi a sottoporsi ai vaccini.
Minore invece è l’accordo sulla priorità da dare agli altri gruppi, quali anziani ricoverati nelle Rsa e lavoratori dei servizi essenziali. Il personale sanitario è invece concorde nel ritenere che le persone più giovani e a minore rischio di complicazioni debbano essere in ordine di tempo le ultime a vaccinarsi.
“Per assicurare il massimo beneficio possibile, – spiegano i medici che hanno condotto la ricerca – le scelte sulle classi a cui attribuire priorità nella vaccinazione vanno fatte sulla base delle migliori evidenze scientifiche a disposizione, ma è altrettanto importante chiarire quali principi stanno alla base di queste scelte, quali valori sono in gioco e qual è l’opinione dei protagonisti di queste scelte.
Questo è ancora più vero nel caso del personale sanitario che, aderendo in massa al piano vaccinale, potrà convincere con la propria partecipazione tutti coloro che in questo momento esitano di fronte a un vaccino tanto atteso”.
E’ bene ricordare aggiungono i medici che “una vaccinazione di massa accettata da almeno il 60% della popolazione italiana e che consenta di ottenere l’immunità di gregge sarà uno strumento essenziale per vincere la battaglia contro COVID-19. Tuttavia la strada è ancora lunga: la quantità di dosi di vaccino Pfizer-BioNTech a disposizione – l’unico approvato al momento attuale, mentre quello Moderna sarà valutato dall’Ema entro metà gennaio – ha imposto di scegliere a quali gruppi di persone dare accesso per primi. L’Italia, come molti altri paesi, ha scelto di vaccinare prima il personale sanitario, insieme agli ospiti e al personale delle Rsa”.
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