Il Covid19 non va via il 31 marzo con la scadenza dello stato d’emergenza. Mascherina al chiuso, Green Pass e vaccini resteranno la strategia per mantenere quella parte di normalità riconquistata.
Addio allo Stato d’emergenza ma non ala mascherina
A confermare che la strategia anti Covid19 non cambierà è il Ministro della salute Roberto Speranza, che frena gli entusiasmi di chi pensava alla fine di tutto dal 1 aprile.
Il Green pass “è stato ed è un pezzo fondamentale della nostra strategia” e “le mascherine al chiuso sono ancora importanti” dice il Ministro della Salute che poi parla anche di quarta dose.
Quarta dose di vaccino dopo l’estate
Speranza apre la porta a un possibile, ulteriore richiamo del vaccino: a marzo partirà la quarta dose per gli immunodepressi (a 120 giorni dalla precedente), “ma dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l’estate. È da considerare probabile, perché il virus non stringe la mano e se ne va per sempre”.
Due anni dalla scoperta del paziente 1
Lo sanno bene soprattutto gli operatori in camice, che, nel secondo anniversario della scoperta del paziente 1 di Codogno, hanno celebrato la loro Giornata, dedicata al fondatore di Emergency Gino Strada. A loro è arrivato un messaggio di omaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “E’ grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio – afferma il Capo dello Stato – che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti”.
Quasi 500 vittime fra il personale sanitario
Quasi 500 vittime tra il personale sanitario. Morti di Covid19, soprattutto quando contro le impennate del virus non c’erano ancora i vaccini. In questa cifra ci sono tante storie e dietro tante famiglie. Storie di camici bianchi che si sono lanciati nel campo di battaglia, molti anche rientrando dalla pensione, per curare i loro pazienti. Dei circa 500 decessi, 370 erano medici e odontoiatri, e di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti, e 30 gli odontoiatri. A questi si aggiungono 90 infermieri, tre ostetriche e 32 farmacisti.
Il sacrificio dei ‘curanti’
Un sacrificio di medici e personale sanitario, sottolinea il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, “che ha consentito di curare ben oltre 12 milioni di cittadini positivi al Covid19 di cui 10,7 milioni sono guariti, nella stragrande maggioranza a domicilio, grazie all’impegno dei ‘curanti’ e al contributo fondamentale di tutti gli operatori”.
La “macchia” dei medici no vax
Ma resta la “macchia” del medici no vax e dal ministero della salute arriva un chiarimento a un quesito proprio della Fnomceo: i sanitari non vaccinati restano sospesi anche se guariti dal virus perché la guarigione da Covid non dà diritto a tornare al lavoro. Al momento sono quasi 22 mila i medici non immunizzati; due mesi fa erano 40 mila in più.
I passi verso il ritorno alla normalità
Intanto, fra celebrazioni e prudenza si compiono i primi passi verso una maggiore ‘normalità’. Saranno il 1 marzo l’aumento della capienza negli stadi e nei palazzetti (75% e 60%); dal 10 del mese si potrà tornare a mangiare nei cinema e negli impianti sportivi e visitare i propri familiari ricoverati; il 15 giugno scade l’obbligo di vaccinazione per gli over-50.
Commenta con Facebook