“La Sicilia si è fatta trovare impreparata di fronte alla seconda ondata Covid, il governo regionale non è stato capace di programmare per tempo. Era necessario potenziare il sistema sanitario, sfruttando, tra le altre risorse, anche la premialità di 400 milioni di euro riconosciuta dallo Stato alla Regione per la sanità dell’Isola”. Lo afferma il Movimento 5 Stelle che annuncia anche una interrogazione parlamentare.
La deputata Valentina D’Orso, in particolare, la scorsa settimana ha denunciato la repentina chiusura ed il trasferimento di interi reparti ordinari negli ospedali di Palermo. “Con una interrogazione parlamentare a mia prima firma indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie e al Ministro della salute”, fa sapere. “Sono necessari interventi immediati – dice la parlamentare del Movimento 5 Stelle – che possano risolvere le gravi criticità presenti negli ospedali siciliani. Gli operatori sanitari devono essere messi nelle condizioni di gestire con serenità e sicurezza la grave emergenza epidemiologica in atto e i cittadini isolani devono poter fruire pienamente dei servizi e delle cure del servizio sanitario regionale in ossequio all’articolo 32 della Costituzione”- ha concluso.
Intanto i presidenti degli Ordini dei medici e degli odontoiatri della Sicilia si sono riuniti a Messina per discutere dei problemi sanitari della regione. Dopo una verifica sulle singole realtà provinciali sono emerse diverse disfunzioni che gli Ordini intendono segnalare tempestivamente, con spirito costruttivo ma con determinazione, al solo fine della tutela della salute dei siciliani.
I presidenti degli Omceo siciliani hanno rilevato: “Salvo poche eccezioni, la mancata distribuzione ai medici dei dispositivi di protezione individuale, fondamentali a garantire sicurezza e serenità ai sanitari, ai cittadini e ai pazienti. Questo accade, hanno detto “nonostante la diversa disposizione del presidente della Regione e contravvenendo quanto prescrive il cosiddetto decreto Cura Italia, che all’articolo 5 recita ‘I dispositivi di protezione individuale sono forniti in via prioritaria ai medici, (compresi quelli con rapporto convenzionale o comunque impegnati nell’emergenza da COVID19,) e agli operatori sanitari e sociosanitari'”.
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