Continuano, purtroppo, i contagi da Covid19 in Italia.
In Campania le scuole rimarranno chiuse fino al 30 ottobre, lo ha deciso il governatore della Regione De Luca. Una scelta che potrebbe essere sposata anche in altre regioni.
Gli alunni continueranno a studiare facendo ricorso alla didattica a distanza.
Ed è scontro anche tra rappresentanti del mondo istituzionale e forze politiche sulla situazione delle scuole.
In merito a quanto sta avvenendo nel mondo scolastico, interviene con una lunga nota pubblicata sui social, anche Giusto Catania, assessore all’Urbanistica, ambiente e mobilità del Comune di Palermo.
“La scelta di qualche Presidente di Regione – scrive Catania – di chiudere le scuole, a causa dell’emergenza sanitaria, è sbagliata. Per tante ragioni.
Siamo davanti ad una “catastrofe educativa”, come afferma Papa Francesco, e la didattica a distanza aumenta le disuguaglianze sociali e culturali.
La sfiducia verso le istituzioni scolastiche, in questi ultimi anni, è aumentata grazie alle degenerazioni populiste, alla campagna mistificatoria contro i docenti, all’avvento dei tuttologi sui social network.
Il #Covid ha aumentato la paura e ha fatto veicolare messaggi fuorvianti, rappresentando la scuola come una fonte prioritaria di diffusione dei contagi. Questa narrazione sta determinando l’aumento della dispersione scolastica, soprattutto in quartieri difficili delle nostre periferie urbane”.
Prosegue Catania: “Al racconto di uno starnuto si assentano intere classi. Gli stessi alunni che non sono in classe, tuttavia, possiamo ritrovarli in giro per i quartieri senza mascherina; nelle fotografie delle feste di prime comunioni con centinai di invitati; insieme a genitori che ostentano mascherine abbassate o legate al braccio.
Il protocollo ministeriale, la collaborazione con le autorità sanitarie, il lavoro meticoloso di dirigenti scolastici, docenti, collaboratori e personale di segreteria ha reso la scuola il posto più sicuro, il luogo dove si può arginare la diffusione del virus”.
Conclude l’assessore: “Il virus non è nelle scuole. Il virus si diffonde fuori dalle scuole. Dentro la scuola sono sempre attivi tutti i dispositivi di sicurezza, distanze, percorsi separati, orari diversificati, accessi controllati, monitoraggio costante. Se si attuassero dappertutto i comportamenti praticati dentro le istituzioni scolastiche si potrebbero evitare nuovi lockdown e si bloccherebbe la risalita della curva dei contagi.
Il #coronavirus sta facendo tanti danni alla salute, all’economia, alla politica, ai comportamenti sociali, alle relazioni umane…evitiamo che faccia danni irreparabili al futuro, evitiamo che distrugga la speranza delle nuove generazioni, evitiamo che cancelli definitivamente la funzione strategica della scuola”.