Il Covid19 sembra dimenticato ma il virus circola ancora e così compaiono le code di ambulanze a Palermo, le code per i tamponi intorno alla fiera del Mediterraneo e risalgono, sia pur di poco, i ricoveri in terapia intensiva e i positivi totali.
Generale miglioramento ma preoccupazione al Sud
Il trend generale di miglioramento della curva epidemica da Covd-19, in Italia come in vari Paesi Ue, non deve spingere a facili entusiasmi: la circolazione del virus SarsCoV2 nel nostro Paese è, infatti, ancora elevata ed in alcune regioni del Centro-Sud si intravedono primi, preoccupanti segnali di un’inversione di tendenza, con i contagi nuovamente in lieve crescita come nel caso dell’Umbria mentre in Sicilia tornano le code negli hub per i tamponi e in attesa di ricovero in ospedale.
Da tenere sotto controllo, avvertono gli esperti, è la frenata nel calo dei nuovi casi, mentre l’occupazione delle terapie intensive si mantiene stabile o in lieve risalita in Sicilia.
A fotografare la situazione ospedaliera è il monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornato al 6 marzo, dal quale emerge che l’occupazione dei posti in terapia intensive da parte di pazienti Covid è ferma al 6%, a fronte del 28% che si registrava un anno fa. E’ stabile anche, al 14%, la percentuale di posti letto in area non critica, che un anno fa toccava il 32%.
Ricoveri in lieve aumento
Il bollettino giornaliero del ministero della Salute rileva invece un leggero aumento dei ricoveri: sono 610 i pazienti in intensiva, 7 in più rispetto a ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 8.989, ovvero 161 in più. I nuovi contagi sono 22.083 nelle ultime 24 ore (ieri 35.057), mentre le vittime sono 130 (ieri 105). Il tasso di positività è all’11,7%, in aumento rispetto al 10,5% del giorno precedente.
Sicilia al secondo posto per contagio
Sono 2.357 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 17.263 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 4.017. Il tasso di positività scende al 13,6% ieri era al 14,5%.
L’isola è al secondo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 223.336 con un incremento di 1.565 casi. I guariti sono 1.384 mentre le vittime sono 3 portano il totale dei decessi a 9.620.
Sul fronte ospedaliero sono 987 ricoverati con 27 ricoveri in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 65, due casi in più rispetto a ieri.
Mortalità generale in calo
Nell’ultima settimana si evidenzia tuttavia una mortalità in calo in tutte le classi di età, sia al Nord che al Centro-Sud, che “riporta i valori in linea con l’atteso”, si sottolinea nel rapporto settimanale del sistema di sorveglianza sull’andamento della mortalità giornaliera nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid.
La pandemia non è finita
I dati indicano comunque che la pandemia “non è finita e in Italia la circolazione virale è ancora molto alta”, spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Con i dati della pandemia “in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del Covid, che è un problema tutt’altro che risolto”, avverte. Il virus “continua infatti a circolare in maniera molto elevata in Italia: nell’ultima settimana in alcune regioni non solo si è arrestata la diminuzione del numero dei nuovi casi, ma in qualche regione si vede qualche lieve aumento. In questa fase infatti il dato nazionale – afferma – è influenzato al ribasso dalle principali regioni del Nord come la Lombardia, dove la situazione è particolarmente favorevole”. Questo, rileva, “ovviamente trascina verso il basso il dato nazionale mentre in diverse regioni del Centro-Sud come Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia si sta già verificando un’inversione di tendenza”. Un’inversione di trend che inizia a vedersi anche in Umbria, dove c’è evidenza di un aumento della diffusione della variante Omicron 2 con una crescita dei casi nell’ultima settimana.
Dal 10 marzo tornano le visite parenti in ospedale
Nel frattempo è iniziato il graduale allentamento delle misure e la prossima tappa è il 10 marzo, con la riapertura alle visite negli ospedali. E’ già avviata la ‘road map’ degli allentamenti delle misure e dal 10 marzo sarà nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno. E sempre dal 10 marzo sarà nuovamente possibile consumare cibi e bevande in teatri, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in tutti i luoghi in cui svolgono eventi sportivi. Il 31 marzo scadrà poi lo stato di emergenza ed il 15 giugno finirà invece l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. L’ipotesi su cui si lavora è appunto quella di un allentamento progressivo delle misure, come l’obbligo di mascherina al chiuso e l’obbligo del green pass, a partire dal 31 marzo: prima per le attività all’aperto e poi per quelle al chiuso.
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