Nella settimana dal 2 all’8 gennaio in Sicilia si è assistito a un lieve incremento delle nuove infezioni da Covid19, in linea con la tendenza nel territorio nazionale. I nuovi positivi sono stati 11.284 (+3,47% rispetto alla settimana precedente), con un’incidenza di 235/100.000 abitanti.
Questi i dati diffusi nell’ultimo bollettino settimanale del dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.
Tasso più elevato di contagi a Ragusa, Palermo e Messina
Il tasso più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Ragusa (295/100.000 abitanti), Palermo (264/100.000) e Messina (244/100.000).
Gli anziani più a rischio
Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano gli over 90 (371/100.000), quella tra i 70 e i 79 anni (361/100.000) e tra gli 80 e gli 89 anni (356/10.0000).
In lieve aumento le ospedalizzazioni, più della metà dei pazienti ricoverati non vaccinati
Anche le nuove ospedalizzazioni sono in lieve aumento, sebbene la diffusione dei contagi pregressi si rifletta ancora su una prevalenza di soggetti ospedalizzati con positività concomitante da Covid. Più della metà dei pazienti in ospedale, nella settimana di riferimento, è risultata non vaccinata.
I dati relativi alle vaccinazioni
Per quanto riguarda le vaccinazioni, i soggetti nel target 5-11 anni con almeno una dose si attestano al 24,09%. Sono 63.827 i bambini, pari al 20,71%, che hanno completato il ciclo primario. Nel target over 12 i vaccinati con almeno una dose sono il 90,93%. Sono ancora 1.057.593 i cittadini che non hanno ancora fatto la terza dose. Nello specifico, i vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.772.333 pari al 72,39% degli aventi diritto. Le somministrazioni della quarta dose sono complessivamente 226.408 di cui 200.259 a soggetti over 60. Le quinte dosi somministrate risultano complessivamente 7.173.
Medicina e Geriatria a Lentini trasformati in reparti Covid
Con l’aumento dei contagi da Covid19, l’Asp di Siracusa ha deciso di riconvertire alcuni reparti, in particolare nell’ospedale di Lentini i posti letto di Medicina/Geriatria e Lungodegenza sono stati destinati ai pazienti affetti dal virus. Inoltre, l’azienda sanitaria ha anche disposto “le cosiddette “bolle” in tutti i reparti degli ospedali per la gestione anche in futuro di casi covid asintomatici o con sintomi di lieve entità”.
Che cosa sono le bolle
Si tratta di stanze “blindate” nei reparti ordinari, che vengono utilizzate per i pazienti asintomatici o paucisintomatici che giungono in ospedale per altre patologie mentre viene riscontrata per puro caso la positività del tampone al covid durante gli accertamenti di pre ricovero.
La variante Kraken
In questi giorni si fa un gran parlare della variante Kraken, cioè la sottovariante XBB.1.5 di Omicron che si sta diffondendo in alcune parti del mondo.
Anzitutto, ciò indica che il Covid-19 continua ad evolversi e che bisogna perseguire l’equità vaccinale a livello globale per impedire che emergano nuove varianti capaci di oltrepassare il livello d’immunità dato dai vaccini e dalle infezioni precedenti.
Nel dettaglio, XBB.1.5 è una sottovariante della variante Omicron di COVID-19 che, secondo gli esperti, è la più trasmissibile finora rilevata: è già predominante negli Stati Uniti d’America e presto potrebbe esserlo anche in Canada.
Sottovariante che contiene mutazioni
In pratica, questa sottovariante contiene mutazioni che consentono al Sars-Cov-2 di aderire alla cellula e di replicarsi facilmente, come spiegato da Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico del COVID-19 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Inoltre, l’esperta ha affermato che XBB è stata individuata in 29 Paesi ma è probabile che siano di più. Ciò perché le iniziative di sequenziamento genomico sono diminuite in tutto il mondo ed è quindi più difficile tenere traccia della diffusione di una variante.
L’attenzione deve restare alta
E sebbene finora non ci siano prove che questa variante causi malattie più gravi, è già chiaro che l’XBB è facilmente trasmissibile e forse più immuno-evasiva, ha affermato la dott.ssa Lisa Barrett, professoressa presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia e presso la Facoltà di Medicina alla Dalhousie University (Canada). Comunque sia, i vaccini attualmente disponibili continuano a funzionare contro questa nuova versione del coronavirus.
Tuttavia, ha aggiunto l’esperta, c’è ancora molto che non sappiamo sul COVID-19 ed è un virus che al momento sta mutando più rapidamente dei normali virus respiratori. Ciò significa che l’attenzione deve restare alta.
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