La crisi pandemica ha messo in ginocchio le attività commerciali anche a Palermo e così il giudice della seconda sezione civile del Tribunale ha formulato una proposta conciliativa che prevede la riduzione dell’affitto del 50% nei periodi di chiusura per le restrizioni decise dal governo.
Il commerciante di un negozio in via Ruggero Settimo aveva chiesto ai proprietari la riduzione dei canoni d’affitto. Il giudice ha sposato le richieste della Società Claims Solution Srl, assistita dall’avvocato Cristiano Pagano e ha ipotizzato la riduzione del 50% del canone per i periodi di chiusura imposta dalla normativa, e del 30% per tutto il periodo in cui sono rimaste attive restrizioni.
Primo provvedimento che riconosce ridotte capacità commerciali
È un primo provvedimento del Tribunale di Palermo che, riconoscendo le ridotte capacità commerciali dei locali adibiti al commercio al dettaglio dovuti a causa non imputabile al commerciante, ma diversamente a norme dirette emesse dallo Stato, auspica, indicando evidentemente che tipo di sentenza sia orientato ad emettere, un accordo transattivo che vede una notevole riduzione dei canoni di locazione dovuti.
La scelte del commerciante che all’indomani delle prime chiusure totali dovute alla normativa emergenziale, intraprese subito sembrava una crociata a difesa dei commercianti su tutto il territorio Siciliano, vedono oggi riconosciuta ufficialmente dal Tribunale di Palermo la bontà delle loro tesi giuridiche circa la pretesa che la parte di un contratto di durata (come è quello di locazione) può chiedere il temporaneo riallineamento economico della sua obbligazione contrattuale (il canone di locazione) alla ridotta capacita di perseguire il fine per cui il contratto stesso ha avuto vita e ciò a causa di un evento naturale catastrofico e di norme restrittive sopravvenute ad esso relative.
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