Appena qualche giorno fa la notizia degli arresti di agenti corrotti che pemettevano ai detenuti di continuare a tenere i contatti e governarei loro traffici fuorie dentro il carcere, oggi arriva un altra scarcrazionedi massa.
“Una notizia che non avremmo mai voluto apprendere: si parla di altri detenuti che questo Esecutivo, tramite il suo rappresentante al Ministero di Giustizia, si appresta a liberare. Fonti ufficiose parlano di altre 15-16mila carcerati che torneranno presto a casa. È inaccettabile che ogni sei mesi si debba assistere ad uno svuota carceri a cui viene data sempre una giustificazione che nulla ha a che vedere con la sicurezza del paese. Ancora una volta, tanta fatica per nulla. L’incertezza della pena non farà altro che dare un ulteriore vantaggio a chi delinque”.
Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, commenta la notizia apparsa sul sito istituzionale del Ministero di Giustizia, “gnewsonline.it”, dal titolo “Covid-19, le misure per prevenire il contagio all’interno delle carceri”: “Vengono citati, – continua Paoloni – numeri e sforzi compiuti dal DAP durante il lockdown che non tornano. Si parla di circa 7500 detenuti rimandati a casa, tra cui boss mafiosi di primissimo piano e poi si certifica che grazie agli sforzi del DAP e di Bonafede, “…il virus in carcere non ha sfondato…”, con un totale di 568 persone contagiate tra febbraio e agosto del 2020, di cui 557 guariti e 7 soggetti positivi. Come mai questa disparità di numeri. Quasi 8000 rilasciati per appena 568 contagiati”.
“E oggi altri 15-16 detenuti che pare saranno messi in libertà. Ma non si può pensare di risolvere il problema dei contagi COVID nelle carceri liberando i detenuti”.
“In un contesto che vede peggiorare giorno dopo giorno la realtà operativa delle Forze dell’Ordine; dopo che è diventata consuetudine che i malviventi escano dai locali delle Questure, prim’ancora che i poliziotti finiscano di redigere i verbali di intervento. Considerato che è oramai un’impresa arrivare ad una condanna da far scontare in carcere ai malviventi, assistere all’ennesimo atto di un Governo che mal celandosi dietro i paletti di una pandemia che ha prodotto danni numericamente inferiori rispetto a quelli causati dalle scarcerazioni, rende doveroso riflettere sul ruolo delle Forze dell’Ordine oggi. Tanta fatica, tanto impegno, per un pugno di mosche in mano. Colleghi aggrediti, feriti senza un minimo di tutela e con retribuzioni ferme da anni. Vogliamo la giusta attenzione per tutte le questioni che ho appena citato e per le quali il SAP porta avanti da anni battaglie, a tutto campo, per i colleghi e per la dignità di chi indossa una divisa”.