Non lo chiameranno lockdown e vogliono evitarlo a tutti i costi, ma anche se conun nome diverso e con misure diversificate il rischio di un blocco di buona parte del Paese simile a quello dello scorso anno nello stesso periodo comincia a farsi concreto
Campania zona rossa, Friuli e Veneto arancione
Campania in zona rossa, Friuli Venezia Giulia e Veneto in arancione, decine di province e città con restrizioni molto simili al lockdown del marzo scorso. Con il superamento della soglia dei 3 milioni di contagiati dall’inizio della pandemia e quella tragica e simbolica dei 100mila morti che si avvicina inesorabilmente, l’Italia va verso un’ulteriore stretta che il governo potrebbe imprimere già la prossima settimana. Vanno innalzate le misure in tutto il Paese riducendo al massimo la mobilità, ripetono gli scienziati, ed è necessario agire a livello locale con restrizioni “al massimo livello” perché le varianti del virus stanno facendo schizzare la curva dei contagi, portando l’Italia nel pieno della terza ondata.
Situazione in rapido peggioramento
Il monitoraggio settimanale del ministero della Salute conferma il peggioramento della situazione, certificato anche dai 24mila casi giornalieri: l’Rt torna sopra l’1 dopo sette settimane ed è in peggioramento per la quinta settimana consecutiva, le terapie intensive sono sotto stress e aumentano i ricoveri in 9 regioni, l’incidenza “si sta rapidamente avvicinando” alla soglia di 250 casi a settimana per 100mila abitanti e in cinque regioni e province autonome è già stata superata: Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Bolzano e Trento. Dunque, è la conclusione degli esperti, va mantenuta una “drastica riduzione” dei contatti tra le persone e della mobilità; vanno rafforzate e innalzate le misure “su tutto il territorio nazionale”, sulla scia di quanto già accaduto in altri paesi Ue, serve un intervento a livello locale per “adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento”. “Bisogna intervenire in maniera tempestiva e radicale – avverte il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro – per contenere le varianti del virus”.
Rosse erano già Molise e Basilicata
Con il cambio di colore della Campania – che si aggiunge a Molise e Basilicata in rosso – e con Friuli e Veneto in arancione (ora sono 11 tra regioni e province autonome), in giallo restano solo Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. Ma visto l’andamento della curva, che per gli esperti continuerà a salire anche nella prossima settimana, almeno la metà (Calabria, Lazio e Puglia) cambierà colore lunedì 15 marzo. Il virus però corre e dunque bisogna intervenire adesso.
Cosa fare in vista di Pasqua
Quali siano le misure più utili da adottare non è ancora stato deciso ma sul tavolo ci sono una serie di ipotesi e c’è già la certezza che il divieto di spostamento tra le Regioni, anche quelle in fascia gialla, sarà prolungato almeno fino a dopo Pasqua: dal coprifuoco anticipato ad un innalzamento delle restrizioni nei fine settimana come avvenne nel periodo di Natale fino a interventi più drastici uguali per tutti. “Ci possono essere diversi gradi e restringimenti di diversa natura – dicono fonti di governo confermando che una stretta è molto probabile – ma è difficile che si possa rimanere così”.
Le regioni anticipano il lockdown
Ad anticipare il lockdown sono comunque le Regioni, anche se per confinare le varianti ed impedire loro di diffondersi stanno continuando ad andare ognuna per conto proprio. Così succede che il presidente della Calabria Nino Spirlì chiude le scuole da lunedì per due settimane con l’incidenza a 62.56, ben lontana da 250 casi ogni 100mila abitanti, e quello del Trentino Maurizio Fugatti le lascia aperte con l’incidenza a 385. Chiude le scuole in 20 dei 38 distretti anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che vieta pure l’utilizzo di aree attrezzate per gioco e sport e segue la Lombardia sul divieto di entrare in più di uno negli esercizi commerciali. Né lui né gli altri presidenti, però, chiudono negozi e centri commerciali. Stretta anche in Emilia Romagna, dove le province di Bologna e Modena sono in rosso. Nel capoluogo si contano mille ricoveri. “Un numero impressionante – dicono – mai visto prima. E quello che ci spaventa è la velocità di diffusione del contagio, aumentata quasi del 50% rispetto a prima”. Nelle zone rosse dell’Abruzzo (la provincia di Pescara e quella di Chieti), invece, il governatore Marco Marsilio ha disposto l’apertura di barbieri e parrucchieri, delle scuole materne e dell’infanzia, nonostante il Dpcm ne imponga la chiusura.
La Sicilia resta gialla ma con 2 zone rosse e scuole chiuse in 12
La Sicilia resta in “zona gialla”, ma in attuazione del nuovo Dpcm scuole chiuse in 12 Comuni siciliani da lunedì 8 a sabato 13 marzo. Lo ha deciso il presidente della Regione Nello Musumeci, con una propria ordinanza appena firmata. In base al report dell’assessorato alla Salute, infatti, sono stati superati i 250 casi positivi al Covid su 100mila abitanti.
Scuole chiuse in 12 comuni, rettifica per altri due
Lo stop alle lezioni riguarderà: Caccamo, San Cipirello e San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo; Castell’Umberto, Cesarò, Fondachelli Fantina e San Teodoro, nel Messinese; Licodia Eubea e Santa Maria di Licodia, nel Catanese; Montedoro, Riesi e Villalba, in provincia di Caltanissetta.
Una nuova zona rossa
Con la stessa ordinanza, visto il crescente numero di casi positivi, è stata disposta l’istituzione della “zona rossa” a Riesi, nel Nisseno, da sabato 6 a lunedì 22 marzo. Attualmente sono già “off limits” San Cipirello e San Giuseppe Jato, nel Palermitano.
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