Arrivano le festività natalizie. Una cappa di tristezza le avvolge. Lo slogan “andrà tutto bene” si è rivelato per quel che era: una menzogna politica, formulata da un Governo, nella migliore delle ipotesi, di incapaci. Certo, nessuno poteva prevedere quel che sarebbe successo. Non parlo di questo. Mi riferisco, invece, al modo con cui sta affrontando l’aspetto economico della crisi pandemica. Aspetto che emergerà in tutta la sua forza devastatrice – vaccini anti terza ondata permettendo – nei prossimi mesi. Ovvero quando si staccheranno dalle ferite della nostra economia quei cerotti messi per tamponare le emergenze: sussidi, bonus, blocchi ai licenziamenti e Cig, tanto per capirci.
Il nostro governo non ha fantasia e non ha neanche la minima idea di come affrontate la prossima crisi economica. Il premier Conte e la sua maggioranza sono aggrappati al feticcio del Recovery Fund. Non esiste un piano B. Di fronte ad interi settori al collasso, la risposta delle istituzioni agli imprenditori è stata: andate a fare debiti con le banche private, noi mettiamo le garanzie. Tradotto nel linguaggio in voga, quello sanitario, è stato come curare un malato di diabete con delle iniezioni di nutella. I risultati, checché ne dica il mainstream a rete unificate, è prossimo a far capolino, con aziende e professionisti in crisi di liquidità. Abbiamo raso al suolo il sistema economico e stiamo saccheggiando il futuro delle prossime generazioni. Perché, ed é impossibile smentire questa affermazione, i soldi del Recovery Fund – in tempi non pandemici – si sarebbero dovuti destinare ai giovani… Non a caso il forziere svuotato per dare consistenza al Recovery fund si chiama Next Generation Ue.
Ai ragazzi abbiamo levato la scuola in presenza, cancellata la vita sociale, raso al suolo ogni prospettiva di lavoro del futuro che verrà. Ed adesso, per salvare il nostro discutibile presente, prendiamo a debito (per necessità) i soldi a loro destinati, quelli del Next generation. In futuro, quei debiti che servono a puntellare il nostro presente, li dovranno pagare loro, i giovani coi banchi a rotelle. Signori, se non é egoismo questo, non so quale azione possa definire meglio quel sentimento.
State sicuri che la bolla generazionale scoppierà. Lo insegna la storia. A tutti noi, però, resta un groppo in gola. Un senso di impotenza, la paura di non poter fare più nulla di utile per gli altri. Forse bisogna ricominciare da zero. Partire dal basso. Ma cosa? Per chi? Vogliamo fare qualcosa, insieme, per dare una mano a chi verrà dopo di noi?
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