Davanti a noi si staglia un futuro certo e luminoso. Abbiamo l’arma finale contro il Covid 2019. Altro che trasfusioni di plasma e vaccini. Signori, in piedi, noi abbiamo l’algoritmo.
Ebbene, sì da questo momento in poi nessuno avrà più il diritto di contestare o di
polemizzare per le scelte che fino a ieri apparivano politiche. Chiedetelo a Conte, chiedetelo a Speranza, chiedetelo anche allo sceriffo De Luca, al presidente Musumeci o al sinnacu Ollando. Loro non hanno deciso. Loro hanno accolto e fatto applicare le regole dettate da Lui, sua Maestà Suprema: l’algoritmo.
Visto che in questi mesi orribili siamo diventati tutti virologi provetti, basterà un po’ di sforzo per cimentarsi nella nobile arte dell’algoritmo. Che per definizione non può sbagliare mai. E’ come Mister Wolf di Pulp Fiction. Risolve i problemi, decide. Se volete sapere cosa sia un algoritmo, ecco la corretta definizione tratta da sito della Treccani: ”un algoritmo non è altro che una semplice procedura che tenta di risolvere un determinato problema applicando un certo numero di passi elementari. Analogamente, in informatica, un algoritmo non è altro che un semplice procedimento che permette la risoluzione di specifici problemi mediante l’applicazione di una sequenza finita di precise istruzioni che, a loro volta, devono essere interpretate ed eseguite fino alla loro conclusione seguendo un ben preciso ordine”.
Concetti semplici, ma aspettate prima di esultare: la burocrazia ha fatto ancora una volta il suo dovere. Il concetto di algoritmo applicato in modalità contrasto anticovid è un immenso rompicapo. Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto viene il contesto: diciamolo chiaramente, siamo di fronte ad un cambio di narrativa esaltante. Prima il governo, le regioni, o chiunque altro, scaricavano la responsabilità delle scelte sul Cts. Non è il famoso comitato per la promozione turistico, ma un manipolo di scienziati che in questi mesi si è dovuto assumere il grave peso delle decisioni rispetto al Covid. Ricordiamo tutti le mega conferenza stampa dove ad ogni chiusura, ad ogni restrizione spuntava sempre la parolina magica. Quella del decisore finale. Il Cts, appunto. Ora magari quei poveri cristiani (tutta gente perbene, sia chiaro e li appello “poveri cristiani” per reale senso solidale), si saranno pure stancati di fare da bersaglio e da scudo umano alla politica. E quindi da ora in poi spazio ai tecnicismi.
Italiani, la pacchia è finita. Adesso sono veramente cavoli vostri. Esempio: Abitate in Calabria e siete furiosi perché la vostra Regione è segnata di rosso, mentre la Campania, politicamente rossa, è degradata al tiepido giallo, nonostante i proclami battaglieri dello sceriffo De Luca che vorrebbe tutti i suoi cittadini magari ibernati per tre o quattro settimane. Con chi ve la prendete cari calabresi? È colpa di Conte? No. È stato quel cattivone di Speranza? No. Signori, è stato l’algoritmo.
A questo punto non resta che arrendersi, alzare le mani e sperare che l’ondata di questo virus maledetto si plachi il prima possibile. Provate a scalfire l’impenetrabilità dell’algoritmo è roba da pelle d’oca. Tutto chiaro, no? Non proprio anche se l’algoritmo anticovid ha anche un bollo ufficiale: “L’algoritmo tecnico-terapeutico di riferimento è stato elaborato per la Surviving Sepsis Campaign dalla Society of Critical Care Medicine e dalla European Society of Intensive Care Medicine”. E chi siamo noi, comuni mortali, per opporci ai superpoteri dell’algoritmo?
Mi viene un dubbio. E se alla fine, un pò costretti dalla situazione, un pò per quel che accade, i suggerimenti dell’algoritmo si rivelassero corretti? Non sarebbe il caso di mandare a casa tutta la classe politica, ma proprio tutta dal primo all’ultimo, ed affidare la Cosa pubblica all’eccellentissimo Algoritmo. Benvenuti nel nuovo mondo.