Il tram a Palermo? “Costoso e ingombrante”. Meglio i bus ibridi o ad idrogeno. Parola di Iano Monaco, architetto urbanista di Palermo ed ex presidente dell’ordine degli architetti del capoluogo siciliano. Monaco con un lunghissimo post su Facebook ha detto la sua sulla questione, lanciando anche idee e soluzione alternative. Un post molto condiviso, che ha fatto discutere (molto) sui social. Vediamo se adesso ci sarà la risposta dell’amministrazione comunale.
Il post di Monaco
“Il tempo passa e le soluzioni tecniche pensate anni fa per dotare Palermo di una costosa e ingombrante rete tranviaria potrebbero non essere più convenienti se si considera che l’uso dell’ idrogeno per l’alimentazione degli autobus urbani garantirebbe il rispetto dell’ambiente (con emissioni pari a zero) oltre a fare risparmiare centinaia di milioni e molti anni di lavori ingombranti e paralizzanti: quelli per collocare i binari e per acquistare i tram – dice Monaco -. Perché allora non mettere a frutto il gran tempo trascorso (e quello ancora da impegnare) passando all’adozione di un sistema di bus a idrogeno o, se non piace l’idrogeno, di bus ibridi con l’ulteriore grande vantaggio della flessibilità funzionale del sistema bus.
Infatti i binari sono per sempre, come i diamanti, anche se il tram è più costoso, e una volta collocati ogni cambiamento sarebbe costosissimo, lento e difficile, di fatto impossibile. Mentre invece una rete di bus si può modificare a costo zero e in tempi rapidissimi allorquando ci si accorgesse della necessità di adattarla al mutare delle esigenze della città ovvero qualora ci si accorgesse che i tracciati adottati non sono i migliori possibili.
Cosa ne faremmo delle somme risparmiate adottando un sistema di bus a idrogeno o ibridi? Credo ci sia l’imbarazzo della scelta solo che le burocrazie centrali e locali si dessero una mossa e riconoscessero in tempi brevissimi che si può fare meglio, per il trasporto pubblico, con costi molto minori e che le risorse economiche vanno spese nel modo migliore a vantaggio della nostra città e comunque non dirottando le somme così risparmiate verso altri territori. Per avere un’idea dei tempi e delle difficoltà ricordo a tutti che, a dire di alcuni, già nel 2023 avremmo dovuto vedere avviati già da gran tempo i cantieri del nuovo tram, lavori che si sarebbero dovuti concludere entro il 2025. A volte il passare del tempo produce vantaggi. In questo caso consente di adottare soluzioni migliori a costi molto inferiori con risparmi da impegnare per risolvere gli altri mille problemi di Palermo”.
I costi del tram
“Altro problema riguarda gli effettivi costi del tram rispetto alle somme disponibili, non più sufficienti per via dell’aumento dei costi di costruzione registrati negli ultimi anni, con incrementi dal 20 al 30 % – continua Monac -. Per non dire del costo, non contemplato dal progetto del tram, da affrontare per la soluzione delle interferenze con le infrastrutture del sottosuolo. Per non dire del prevedibile allungamento dei tempi realizzativi, dovuto ai motivi anzidetti oltre che al prevedibile contenzioso con le società titolari delle infrastrutture del sottosuolo che già si sono dichiarate indisponibili a sostenere gli oneri di spostamenti e/o adattamenti per risolvere le suddette interferenze”.
La metropolitana leggera
Infine, Monaco parla della “metropolitana leggera”. “Due parole sulla metropolitana semiautomatica leggera: ne venne approvato anni fa il progetto preliminare che poi fu accantonato senza tante spiegazioni. Forse costava più del tram? comportava tuttavia il grande vantaggio di non sottrarre spazio alla circolazione a livello zero – conclude Monaco -. Eppoi, qualcuno ha mai illustrato e verificato come si evolverebbe il traffico veicolare (privato e pubblico), come pure gli altri sistemi di spostamento urbani e metropolitani, una volta realizzate le linee del tram? In effetti il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) si redige normalmente prima di adottare questa o quella soluzione, appunto per prevedere e prevenire ogni eventuale problema o interferenza dei vari sistemi di spostamento presi in considerazione. Non si è fatto così a Palermo. Prima si è deciso cosa fare (il tram) e poi è stato redatto il PUMS”.
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