Il parco Libero Grassi, ad oggi, è un’occasione persa. Una delle più grandi aree verdi di Palermo non ha mai aperto i battenti al pubblico, diventando peraltro terra di degrado e di criminalità. Sono diversi infatti i casi di abbandono di rifiuti, anche eclatanti, che si sono verificati nel tratto di costa di Acqua dei Corsari. Fra questi, anche il deposito di una quindicina di auto tranciate e lasciate sul posto, in un’area del parco finita successivamente sotto sequestro. Ma i fenomeni illeciti non si fermano qui. Sono diverse infatti le segnalazioni di coppiette che si sono appartate, con tanto di auto, all’interno della struttura.
Ciò a causa di alcuni buchi nella rete di recinzione, mai riparati e che di conseguenza lasciano terreno libero a chiunque voglia entrare con fini tutt’altro che naturalistici. Una situazione sulla quale il Comune di Palermo sta provando a muoversi, con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la struttura commissariale Zes e con la volontà di avviare le opere di bonifica entro aprile. Una riqualificazione, quella del parco Libero Grassi, che si colloca in un più generale disegno che riguarda l’intera Costa Sud. Sette chilometri di costa del cui futuro si è parlato all’interno dell’approfondimento giornalistico “Sicilia”, andato in onda su Video Regione.
La storia e lo stato del parco Libero Grassi
Un’area verde, quella di Acqua dei Corsari, la cui storia parte da lontano. Addirittura dagli anni ’70 quando, racconta il consigliere della II Circoscrizione Giuseppe Guaresi, “questo tratto di costa era una zona fiorente. C’erano i lidi, il mare era pescoso. Quando, in quel periodo, il Comune emanò tutta una serie di concessioni edilizie, il futuro di questo polmone verde tramontò. Da allora andiamo sempre indietro. Da una zona fiorente, questa è diventata un’area povera”. Nonostante i vari tentativi di riqualificazione condotti in passato, il parco Libero Grassi non è mai riuscito dalla condizione di abbandono in cui versa. “La cosa triste – racconta Guaresi – è che alcuni anni fà sono stati spesi cinque milioni di euro. Dopodiche, forse a causa della mancanza di un attestato, il posto è stato abbandonato a se stesso. Ed è un peccato. Questo posto potrebbe essere la vera ricchezza di Acqua dei Corsari”.
Di promesse, negli anni, se ne sono susseguite tante. Il degrado però resta. Situazione d’incuria tra l’altro che ha vissuto punte spaventose, a volte al di sopra della criminalità. “Il parco Libero Grassi oggi è libero alla prostituzione e ai malavitosi – attacca Guaresi -. Qui la notte succede di tutto. Parte della cancellata è stata abbattuta. La notte entrano le coppiette. Arrivano camion e scaricano di tutti. Ho chiesto più volte di mettere un new jersey all’ingresso. Non capisco perchè non venga messo. L’apice si è registrato sei mesi fà, quando abbiamo avuto una “bella” novità: quindici o sedici macchine tranciate e lasciate all’interno dell’area verde. Abbiamo denunciato. L’area è stata messa sotto sequestro. Siamo punto e capo. La gente è stanca, non ci crede più”.
Qualche speranza però si intravede all’orizzonte. “La cosa che mi fà sentire ottimista è che a gennaio il Comune ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la struttura commissariale Zes. Ho avuto il piacere di parlare con lui e mi ha trasmessa la fiducia, la volontà di spendere gli 11 milioni messi a disposizione per la riqualificazione della Costa Sud. Mi auguro che ciò avvenga. Diversamente, scenderemo in campo. Siamo stanchi di essere abbandonati”.
I progetti di riqualificazione del Comune
Il riferimento di Giuseppe Guaresi è all’accordo sottoscritto, a fine gennaio, fra la stuttura commissiariale Zes e il Comune di Palermo. La volontà è quella di riqualificare l’area verde di Acqua dei Corsari e buona parte della Costa Sud. Un argomento di cui si parla da decenni ma che, ad oggi, ha visto soltanto esperienze estemporanee. Sono tante le aree che attendono una riqualificazione: dal fiume Oreto al pontile di Romagnolo, passando dal porticciolo della Bandita e per finire, appunto, al parco Libero Grassi. Progetti sui quali si aprono diversi spiragli, garantiti dai fondi del PNRR messi a disposizione dall’Unione Europea.
Risorse citate dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta. “Saranno utilizzati i fondi del PNRR per portare avanti i progetti della Costa Sud – afferma Carta -. Abbiamo firmato un accordo col Commissario straordinario Zes Carlo Amenta che ci aiuterà sia per attuare i progetti ma anche nello snellimento delle procedure. Abbiamo chiesto una proroga nell’utilizzo dei fondi PNRR perché è chiaro che sarà necessaria l’approvazione di una variante urbanistica per l’area. Privati? Per eventuali gestione di aree di balneazione e lidi tutto deve passare dalle leggi di settore, fra cui il PUBG e il PRG”.
L’assessore si focalizzò in particolare sul futuro del parco Libero Grassi, rappresentando una volontà ben precisa. “L’obiettivo è avviare entro aprile i lavori di bonifica – afferma l’assessore -. C’è già un bando, un progetto che deve essere affidato per riportare in condizioni ottimali l’area verde. Un momento dopo, insieme all’Associazione Parco Libero Grassi, ad Alice Grassi e ed altri, si riprenderà in mano il piano per la realizzazione del parco vero e proprio. Sono due le fasi: la bonifica e il progetto per il quale bisogna andare ad individuare i finanziamenti”.
La storia del parco Libero Grassi
Da anni si parla in città dell’area verde di Acqua dei Corsari, che non ha mai registrato una vera e propria apertura al pubblico. Nel 2013 il Comune di Palermo ha intestato il parco, esteso su una superficie di 11 ettari nella zona di Acqua dei Corsari, alla memoria di Libero Grassi. Un intitolazione simbolica, su una delle più belle e depredate aree della città. Sono trascorsi tanti anni ma il parco, come detto, non è ancora sorto.
Il problema è da riscontrare nella necessità di effettuare delle operazioni di bonifica del sottosuolo. Fatto per il quale sono in corso una nuova serie di carotaggi. Il Comune di Palermo ha ammesso ufficialmente nel 2018 che “è stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti” e quindi ha approvato un progetto di fattibilità da 11 milioni di euro, ottenuti col bando regionale “PO FESR Sicilia 2014-2020 – Asse 6 – Azione 6.2.1”. “L’area è stata oggetto di una Analisi di rischio finalizzata a verificarne la contaminazione e l’eventuale pericolo per la fruizione umana. A seguito dei controlli, è stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti”. L’Analisi parlava di metalli pesanti quali piombo, arsenico e stagno nel terreno, nel sottosuolo e nella falda, pericolosi per l’uomo.
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