Il porticciolo della Bandita: uno dei cuori pulsanti della pesca della II Circoscrizione di Palermo. Un’area in cui si pensa al futuro, tramite i fondi del PNRR, al netto però delle difficoltà del presente. L’area si presenta in un profondo stato di incuria, piena di rifiuti e con una banchina che necessiterebbe di un restyling per tutelare i pescatori che operano nella zona. La pulizia della spiaggia viene garantita soltanto da azioni sporadiche di cittadini ed associazioni ambientalisti. Ma a poco servono, a causa della costante opera degli incivili che mortificano e sporcano buona parte della città. Insomma, un’occasione ad oggi persa, al netto delle possibilità offerte dai fondi del PNRR dedicati proprio alla riqualificazione della Costa Sud. Fatto di cui si è parlato all’interno dell’approfondimento giornalistico “Sicilia”, andato in onda su Video Regione.
Porticciolo della Bandita: progetto e problemi
Un’importanza strategica, quella del porticciolo, non solo per il quartiere Bandita, ma per tutta la II Circoscrizione, come ribadito dal consigliere di Circoscrizione Pasquale Tusa. “Potrebbe essere il volano per un futuro rilancio del territorio della Costa Sud. La borgata della Bandita si identifica con questo porticciolo. C’è uno stretto legame, anche se lo stesso si è ridotto nel tempo proprio a causa del degrado in cui versa l’area. A tal proposito, non possiamo far altro che ringraziare le associazioni che si sono spese nel tempo per ripulire la spiaggia”. I problemi sono noti, ma all’orizzonte si aprono spiragli importanti garantiti dai fondi europei. “Qui c’è tanto da fare: dal togliere il degrado all’avere un progetto serio per far si che il porticciolo possa avere delle opportunità di sviluppo in futuro. Basterebbe un progetto sostenibile. C’è l’opportunità garantita dai fondi del PNRR. Va sfruttata assolutamente”.
Opportunità sulle quali riflette la collega di quartiere Emanuela Lo Nardo. “Il porticciolo della Bandita ha le carte in regole per essere una delle migliori strutture in città. Va riqualificato, partendo dall’eliminazione del degrado. Da lì in poi, si potrebbero innestare diversi progetti, riposizionando la banchina. Inoltre, far riportare il porticciolo sarebbe un gancio per tutta una serie di attività che potrebbero riqualificare l’area. Ciò a partire dall’avvio di una viabilità marittima per passare alla pesca turismo”. La speranza rimane sempre quello, ovvero un investimento da parte di privati. “Sono favorevole a coinvolgere i privati. Laddove il pubblico non riesce a garantire i servizi elementari, ben venga l’intervento di investitori che possano supplire alle mancanze“.
Il degrado resta
Intanto, la pulizia delle spiagge è lasciata al senso civico dei cittadini e delle associazioni ambientaliste che, più volte, hanno ripulito l’area. Opere fine a se stesse in quanto vengono pedissequamente controbilanciate da incivili che, abbandonando rifiuti di ogni genere, lasciano un potenziale volano naturalistico ed economico nel degrado. Un punto scenografico importante, in quanto è possibile ammirare buona parte del golfo di Palermo e alcuni versanti di Monte Pellegrino ma in cui, al contempo regna una situazione di degrado evidente. Cartacce ovunque, bottiglie di plastica e persino rifiuti ingombranti e speciali sparsi fra le barche dei pescatori.
E sono proprio i pescatori a lamentare ulteriori problemi, a cominciare dalla pericolosità della banchina. “Il porticciolo è tutto insabbiato. Ad oggi i politici ci hanno preso in giro – racconta Pino Lo Nardo -. Solo le associazioni hanno contribuito a tenere pulita la zona. Siamo abbandonati a noi stessi. Magari qualche privato facesse un investimento serio. Magari sarebbe garantita la sicurezza per le barche in entrata e in uscita. Ma, ripeto, sono pessimista. Speriamo invece che la cosa vada in porto”.
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