Sabato 23 novembre, Palermo marcerà insieme a Roma nel corteo nazionale contro la violenza sulle donne e di genere, promosso dal movimento Non Una Di Meno. L’evento vedrà la partecipazione delle reti sociali del movimento meridionale di Non Una Di Meno, dei centri antiviolenza delle regioni del Sud e di numerose altre organizzazioni impegnate nella lotta contro la violenza di genere.

Disability Pride e Non Una Di Meno chiedono accessibilità per tutte

In vista della manifestazione, il comitato Disability Pride, in collaborazione con Non Una Di Meno, solleva la questione dell’accessibilità dei trasporti pubblici, chiedendo che siano garantiti servizi adeguati per consentire a tutte le persone, incluse quelle con disabilità, di partecipare al corteo. Le richieste includono un servizio di trasporto pubblico accessibile, autobus dotati di pedana, verifica del funzionamento di ascensori e montascale nelle stazioni ferroviarie principali (Palazzo Orleans, Stazione Centrale, Stazione Notarbartolo, Stazione Lolli), un servizio di accompagnamento con prenotazione telefonica per persone con disabilità o ridotta mobilità e la presenza di personale qualificato nelle stazioni e sugli autobus per fornire supporto.

Il diritto a un trasporto pubblico accessibile

Disability Pride e Non Una Di Meno sottolineano le carenze del sistema di trasporto pubblico cittadino in termini di accessibilità, evidenziando la mancanza di ascensori e montascale in numerose stazioni e la presenza di autobus non equipaggiati con pedane. Ribadiscono che un trasporto pubblico sicuro, inclusivo e accessibile è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti.

“Disarmiamo il Patriarcato”: il grido di battaglia del 23 novembre

Il 23 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere, il movimento Non Una Di Meno scenderà in piazza a Palermo e in diverse città italiane. A Palermo, il concentramento è previsto alle 16.30 in Piazza Indipendenza. La manifestazione mira a contrastare la violenza di genere e a denunciare le politiche che marginalizzano i bisogni delle donne e delle persone trans*. “Disarmiamo il Patriarcato” sarà il grido di battaglia, un appello a smantellare un sistema che, secondo le attiviste, perpetua la violenza e la discriminazione.

Le motivazioni della protesta: dalla violenza di genere alla guerra

La protesta abbraccia diverse tematiche interconnesse. Non Una Di Meno denuncia la “logica geopolitica” che mette in secondo piano la lotta contro la violenza e la cultura dello stupro, puntando il dito contro la militarizzazione dei territori, i tagli ai servizi essenziali e la devastazione ambientale. Un focus specifico è dedicato al conflitto israelo-palestinese, con una forte condanna del “genocidio del popolo Palestinese”.

Femminicidi, transcidi e lesbicidi: un’emergenza nazionale

Un altro punto centrale della mobilitazione è la denuncia dei femminicidi, transcidi e lesbicidi, che nel 2024 hanno raggiunto la cifra allarmante di 104 vittime. Mentre si conclude il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin e a Palermo arriva la condanna per lo stupro di gruppo, un altro caso scuote l’opinione pubblica: una tredicenne uccisa dal fidanzato quindicenne. Non Una Di Meno critica il sistema giudiziario, accusandolo di non affrontare le radici della violenza di genere e di sottoporre le vittime a ulteriori violenze, tra cui la “narrazione tossica mediatica” e la “vittimizzazione secondaria”. Le attiviste ribadiscono che le sentenze esemplari non bastano e che è necessario un cambiamento culturale profondo.

“La vergogna non è delle vittime”: la voce di chi ha subito violenza

Davanti al tribunale di Palermo, scritte come “104 femminicidi e i processi li fate alle vittime” e “La vergogna è vostra, tribunali stupratori” esprimono la rabbia delle vittime. La testimonianza di Giselle Pellicot, vittima di stupri per anni con la complicità del marito, mette in luce la normalizzazione della violenza all’interno delle famiglie e la difficoltà di essere credute. La sua lotta è diventata simbolo della battaglia di tutte le vittime di violenza.

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