“Guerra alla Guerra dei Padroni”. Questo lo slogan, partito da Piazza Pretoria in cui, più di centinaia di persone, urlano il loro dissenso ai crimini di guerra.
La manifestazione ha lo scopo di chiedere il cessate il fuoco immediato sulla Striscia di Gaza. L’assemblea No Guerra Palermitana e i vari movimenti antimilitaristi scendono in piazza, assieme a molteplici cittadini, urlando a gran voce affinché si arrestino immediatamente i bombardamenti che stanno causando la morte di quasi dieci mila palestinesi.
L’iniziativa, indetta a sostegno della Palestina, scende in piazza contro le polemiche di guerra e il militarismo: “Il 4 novembre è una giornata di lutto in memoria delle centinaia di migliaia di morti della guerra 15-18 e dei milioni di morti delle guerre” -dichiara un manifestante- “Più di ieri scendiamo in piazza contro il governo italiano che è in prima fila nel soffiare sul fuoco della guerra” -conclude-.
La causa della manifestazione
Una manifestazione organizzata proprio nella giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Manifestanti e associazioni antimilitariste insieme per un unico scopo: “Siamo contro la guerra e contro l’astensione dell’Italia e alla sua vigliaccheria” -sostengono-. La grave guerra palestinese, il cui numero di vittime cresce spietatamente, rappresenta un affare milionario per il governo italiano. Proprio qualche giorno fa, a seguito di una riunione fra le potenze di tutto il mondo, l’Italia ha deciso di astenersi riguardo la votazione di cessate il fuoco sulla striscia di Gaza. Mentre la maggior parte delle potenze era a favore allo stop, l’Italia decide di esimersi provocando la reazione di cittadini e manifestanti: “La complicità italiana con i crimini di Israele è consolidata: da anni infatti l’Italia traffica armi e tecnologie militari con il governo di Tel Aviv” -dichiarano-.
Più di un centinaio di persone attraversano Corso Vittorio Emanuele con slogan e bandiere della Palestina fino a Porta Nuova, contro la militarizzazione dei territori, l’industria bellica e in sostegno di tutti coloro che sabotano e disertano le atrocità di guerra.
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