I giudici della sezione giurisdizionale della corte dei conti, presieduti da Salvatore Chiazzese, hanno assolto i dirigenti dell’Asp di Agrigento che erano stati citati in giudizio per la vendita di diversi appartamenti e terreni sparsi in Italia frutto di lasciti da parte di pazienti. Secondo la procura i soldi ottenuti dalla vendita non erano congrui con quanto stabiliva l’osservatorio del mercato immobiliare (Omi).
Appartamenti a Roma, Palermo sono stati messi a bando due volte senza ottenere offerte. Alla terza si è presentato un costruttore Giuseppe Messina che da un lato con una permuta ha dato all’Asp di Agrigento alcuni locali a Casteltermini che era affittati all’Asp di Agrigento. Poi ha versato delle somme che in base alle condizioni degli immobili sono state ritenute congrue dai giudici della Corte dei Conti. I funzionari erano stati citati a risarcire l’Asp con 813 mila euro.
Alla fine sono stati ritenuti non responsabili Antonino Maria Domenico La Valle, difeso dall’avvocato Vincenzo Gorgone, Francesco Paolo Tronca, difeso dall’avvocato Santo Spagnolo. Gervasio Venuti, difeso dagli avvocati Giovanni e Giuseppe Immordino, Salvatore Lucio Ficarra, difeso dall’avvocato Massimiliano Mangano, Salvatore Lombardo difeso dall’avvocato Nicola Seminara, Beatrice Salvago, difesa dall’avvocato Rosa Salvago, Antonino Fiorentino, difeso dagli avvocati Patrizia Stallone, Ambrogio Panzarella e Alessandro Dagnino.
L’operazione dei vertici dell’Asp era basata sulla strategia di vendere i propri immobili non più idonei a fini sanitari, con l’obiettivo di fare cassa per gli investimenti. E, quindi, migliorare la qualità dei servizi offerti agli utenti. L’Asp dopo la vendita aveva anche ricevuto un encomio da parte dell’Agenzia regionale del Demanio. L’azienda sanitaria si era alienata di beni che in alcuni casi rappresentavano un peso economico.
“L’aggiudicazione – scrivono i giudici – sia stata pronunziata dall’amministrazione nel rispetto delle prescrizioni di lex specialis, dei principi di efficacia e di economicità che regolano l’azione amministrativa e del quadro normativo applicabile alla fattispecie. Ne segue, anzitutto, l’esenzione da responsabilità amministrativa dei convenuti e della colpa grave”.