La procura regionale della corte dei Conti di Palermo ha contestato un danno erariale di 2.698.309 di euro per il sottoutilizzo del dissalatore e l’uso costante delle navi cisterna dell’esercito per il rifornimento idrico di Lipari.
Un danno provocato al ministero della Difesa. La procura ha citato a giudizio il sindaco di Lipari Marco Giorgianni, l’assessore con delega ai servizi idrici, Gaetano Orto, il dirigente del Terzo settore dello stesso Comune Mirko Bartolo Ficarra, e i dirigenti del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Felice Ajello, Marcello Loria, Francesco Greco e Salvatore Anzà responsabili della procedura per la parte regionale.
In assenza di sorgenti d’acqua che garantiscono l’acqua sull’isola per soddisfare i consumi, il sistema idrico dell’isola di Lipari utilizza due modalità: il dissalatore e i rifornimenti tramite navi cisterna con costi differenti al metro cubo dell’acqua immessa in rete. Il costo dell’acqua prodotta da dissalatore è poco inferiore a 2 euro al metro cubo e fa carico per il 40% al Comune di Lipari e per il rimanente 60% alla Regione siciliana.
L’acqua rifornita dalle navi cisterna ha un costo di oltre 14 euro al metri cubo a carico del ministero della difesa, mentre la gestione del servizio fa capo alla Regione siciliana. I vertici del Comune di Lipari, come avrebbero accertato i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo su delega del pm. Vincenzo Liprino, non hanno mai impegnato negli anni somme sufficienti per far fronte alla fornitura di acqua mediante dissalatore, accumulando una consistente esposizione debitoria nei confronti del gestore, tant’è che la Regione ha anche nominato nel 2019 un commissario ad acta.
Secondo quanto ricostruito dalla procura regionale, gli organi del Comune di Lipari citati a giudizio non hanno predisposto adeguata copertura dei costi del dissalatore e non hanno neanche adeguato la tariffa idrica, immutata dal 2011, risultata insufficiente a coprire i costi del servizio.
I dirigenti della Regione siciliana pure a fronte di una produzione dell’impianto ampiamente inferiore a quella attesa, hanno continuato ad avallare le richieste del Comune di Lipari di rifornimento a mezzo navi cisterna attivandosi solo tardivamente e in modo parziale in funzione sussidiaria a fronte della perdurante ed ingiustificata inerzia dell’ente comunale in materia di gestione dell’acqua.
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