Dopo qualche giorno di attesa, è stato rimosso l’amianto abbandonato a pochi metri dall’ingresso della scuola Luigi Natoli di corso dei Mille, a Palermo. Questa mattina gli operai specializzati chiamati in causa dal Comune hanno provveduto a rimuovere il materiale nocivo e a sanificare l’area. Lavori che arrivano dopo le segnalazione di genitori e rappresentanti dell’istituto, che hanno chiesto a gran voce un intervento d’urgenza sull’area.
La vicenda amianto alla scuola Natoli
Nella giornata di mercoledì 6 aprile, gli operai avevano apposto un nastro bianco e rosso a delimitare l’area. Una chiusura che però risultava insufficiente visto che l’amianto abbandonato in loco era rotto in molti pezzi. Fatto che contribuiva alla diffusione, per via aerea, di microparticelle per la salute pubblica.
Un materiale che viene considerato “rifiuto speciale” proprio a causa dei rischi a cui espone in termini di salute pubblica. Ciò, in particolare, quando le lastre risultano rotte, come nella fattispecie della scuola Natoli. In questo caso infatti, aumenta la possibilità di inalare microparticelle nocive soprattutto a livello polmonare.
Il problema degli abbandoni in città
Abbandoni di amianto ed eternit che non sono di certo una novità per Palermo. Quello della scuola Natoli non è di certo un caso isolato. Così come accertato il 23 gennaio all’interno del quartiere Bonagia, dove fra via San Filippo, via dell’Orsa Maggiore e via Placido Rizzotto si sono riscontrate ben tre “discariche” di questo materiale per la cui rimozione è necessario un iter speciale. Procedura sulla quale nemmeno Rap è potuta intervenire, in quanto è competenza del Comune di Palermo.
Stessa sorte ha riguardato l’area dello Zen 2, fra via Senocrate di Agrigento e via Fausto Coppi. Qui, dove più volte si sono verificati episodi di spazzatura e mobilio dato alle fiamme, qualcuno ha pensato bene di lasciare sul posto dell’amianto, appoggiato al muro della chiesa di San Filippo Neri. Fatto documentato nella nostra live del 7 febbraio condotta sul posto. Un problema, quello dell’abbandono di rifiuti speciali, che va ben oltre il solo problema ambientale, visto che espone la cittadinanza a rischio concreti per la salute. Rafforzare i controlli rappresenta una medicina e non già la cura. Bisogna smuovere le coscienze, anche di chi non sembra nemmeno averne una.
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