“È stato già impegnativo lavorare ad una coalizione che tenesse insieme M5s, Pd e Sinistra. Lo abbiamo fatto con non poche difficoltà, ma lo abbiamo fatto”. Lo dice Giampiero Trizzino, deputato regionale 5 Stelle, che commenta le ulteriori aperture all’ipotesi del ‘campo largo‘ alle prossime amministrative di Palermo, da parte di alcuni esponenti del Partito Democratico.
“Abbiamo scelto di comune accordo – dice il candidato sindaco 5Stelle – di aprire a coloro che, seppur non appartenenti a movimenti politici consolidati, si sono distinti per l’impegno profuso per la città, come Mariangela Di Gangi e gli attivisti di ‘Facciamo Palermo‘. Ma allargare senza criterio le maglie a forze diverse da queste, è un errore”.
Trizzino, che giovedì sera incontrerà – nell’insolita sfida culinaria organizzata alle ‘Terrazze del Sole’ per raccogliere fondi per l’associazione multiculturale ‘Moltivolti‘ – altri esponenti della sinistra palermitana sul nodo delle primarie, fa appello “alla coerenza e alla linearità del percorso: si uniscono anime diverse con obiettivi comuni, non si possono forzare oltre misura i principi e gli obiettivi del Movimento come degli altri compagni di viaggio senza rompere il giocattolo.
“Lo ribadisco che nel menù non accetteremo pasta con le sarde, tradotto niente inciuci e allargamenti improvvisati. Dialogo non vuol dire libero transito. E al dialogo crediamo – conclude Trizzino – convinti che possa aiutarci a individuare il nome giusto per guidare la città. Sediamoci, dialoghiamo, e quel nome condiviso lo troveremo. E finalmente si potrà partire”.
Centrodestra in leggero vantaggio sul centrosinistra per il dopo Orlando. E’ quanto emerso il mese scorso da un sondaggio di Noto per Italpress sulle “Elezioni comunali a Palermo” in programma la prossima primavera. L’istituto di ricerca guidato da Antonio Noto ha chiesto a un campione di mille persone di quale schieramento sarà il prossimo sindaco e il 33% ha indicato il centrodestra, il 26% il centrosinistra (16%) + M5s (10%). Alta la quota degli incerti, pari al 40%.
Passando alle intenzioni di voto alle liste, in testa c’è Fratelli d’Italia con il 15%, poi Pd (14%) e Movimento 5 Stelle (13%); seguono Più Europa/Lista Ferrandelli (12%), Lega e Forza Italia entrambe al 10%, quindi Cantiere popolare/Lista Romano (8%), Italia Viva/Lista Faraone (5%), Udc (4%), e infine Azione, Sinistra Comune e Verdi, tutti all’1%. Altri partiti sommano il 6%.