Corsa a sindaco ma senza data delle elezioni dunque senza vedere all’orizzonte la meta. Nonostante sia arrivata la primavera e la scadenza elettorale sia a ridosso dei 60 giorni non c’è ancora la scelta della data per le elezioni amministrative che riguardano, fra gli altri, i comuni di Palermo e Messina.
La giunta regionale di governo ieri sera ha discusso nuovamente della possibile data delle elezioni ma la decisione è slittata ancora. L’esecutivo di Nello Musumeci tornerà a riunirsi domenica in uno dei ‘ritiri’ che il Presidente della regione promuove periodicamente per affrontare le questioni più spinose e fare squadra senza distrazioni.
Anche domenica 27 marzo la località scelta è quella di Pergusa ma sul tavolo della giunta ci sarà non una sola ma almeno due questioni. In primo piano certamente la data delle elezioni amministrative ma in discussione anche il bilancio di previsione e la finanziaria che pur attendendo l’accordo con Roma, non possono languire ulteriormente visto che fra poco più di un mese scadrà anche l’esercizio provvisorio.
Peraltro la discussione sulla finanziaria in piena campagna elettorale non è, politicamente, una gran cosa.
Abbandonata quasi del tutto l’idea di far coincidere la data delle elezioni con quella dei Referendum visto che ancora non è stata scelta a livello nazionale la giornata per la consultazione referendaria, il rinvio ulteriore della scelta sembra sia legato alla situazione della città di Catania. E’ attesa, infatti, la decisione del sindaco sospeso Salvo Pogliese che potrebbe dimettersi. Se così fosse la tornata elettorale riguarderebbe anche Catania e dunque le tre città metropolitane siciliane. Ma visti i tempi e le voci che darebbero Pogliese orientato a restare, Catania potrebbe non essere di questa partita.
Le date possibili indicate fino ad un mese fa erano 22 o 29 maggio. Per la prima è ormai troppo tardi. La giunta potrebbe, dunque, decidere domenica di indire le elezioni per il 29 maggio. Necessario che la delibera sia ufficiale entro lunedì e poi i tempi sarebbero strettissimi: un paio di settimane per presentare candidature e liste e 40 giorni o poco più di campagna elettorale.
L’altra data possibile, per dare un po’ di respiro ai partiti e alla campagna elettorale, sarebbe quella del 12 giugno con ballottaggi il 26 ma certamente non si può andare oltre perché significherebbe portare gli elettori alle urne in piena estate. Già così il ballottaggio rischierebbe di andare semideserto. Scartato, invece, il 5 giugno perché sarebbe l’ultimo giorno di un weekend lungo legato alle festività di inizio mese