CCR per ogni quartiere, 60 isole ecologiche e un progetto di rinnovamento dell’impianto di Bellolampo: questo è il piano che intende mettere in campo il candidato a sindaco di Palermo Franco Miceli rispetto all’emergenza rifiuti che, da anni, attanaglia il capoluogo siciliano. Un momento di confronto con la stampa svolto questo pomeriggio alla sede elettorale dell’architetto in via Principe di Belmonte.
Conferenza nella quale Franco Miceli ha fatto un breve punto della situazione sullo stato della lista. “E’ pronta. La presenteremo tra domani e dopodomani”. Giochi chiusi anche sul fronte delle Circoscrizioni, dove si sono scelti gli ultimi due profili mancanti. “Sulle presidenze di III e IV, abbiamo candidato due donne. Mi sono battuto per questo. Abbiamo ritardato infatti per fare una ricerca approfondita. In III abbiamo candidato un avvocato civilista”. In tal senso, la prescelta è Rosaria Simona Supporta. “Sulla IV abbiamo messo in campo un ex dirigente scolastica. Nelle prossime ore ufficializzeremo tutte le liste”.
Tornando all’argomento della conferenza stampa, Franco Miceli ha illustrato la sua ricetta per risolvere il tema dell’emergenza rifiuti, “La ritengo una delle prime questioni da affrontare dopo le elezioni. E’ abbastanza nota la situazione di difficoltà. Questo richiede il massimo impegno, indicando fin da subito le soluzioni”. Non mancano delle piccole frecciate agli avversari. “Contrariamente a qualche candidato che studierà dopo il problema, noi abbiamo elaborato le nostre proposte. Bisogna aprire un nuovo corso. Ciò significa intervenire su alcuni aspetti prioritari. Trasformare il tema della raccolta dei rifiuti da un problema ad una risorsa. Non penso ad un annullamento delle sanzioni, ma è chiaro che bisogno aggiungere un sistema premiale”.
“La raccolta differenziata va estesa a tutta la città con il metodo del porta a porta. So bene che a Palermo la raccolta differenziata non raggiunge nemmeno il 19%. Nell’arco di un anno, punto ad estendere il progetto ad una platea di 200.000 abitanti, raddoppiando così la cittadinanza coinvolta e raggiungendo un percentuale del 65% dei residenti, 50% di tutta la citttà (dei 400.000). Ciò con due osservazioni. Bisognerà fare nuove assunzioni alla Rap. Mancano circa 700 operai. Tali ingressi potrebbe essere organizzati in una prima fase di 300-350 unità.
Un progetto che, il candidato sindaco del centrosinistra, fonda sul progetto di realizzare concretamente il decentramento politico. “L’idea che sta al centro di questo sistema è quello del decentramento delle Circoscrizioni, di mezzi, di uomini e di risorse. L’idea è quella di realizzare un CCR per ogni quartiere. Nonchè la realizzazione di 60 isole ecologiche. Ciò permetterebbe di sostenere il meccanismo della premialità. Il cittadino che conferisce a queste strutture potrà ricevere un premio, ovvero una riduzione della tariffa TARI. Il costo di 60 isole ecologiche è di 1 milione di euro. Altrettante risorse, se non di più, saranno destinate ai CCR. E’ chiaro che tutto questa passa da una sensibilizzazione dei cittadini palermitani, stimolando una partecipazione diretta.
Altro tema riguarda il controllo del territorio, in particolare di quelle che sono state ribattezzate zone di quartiere. “Credo che ogni quartiere dovrà essere coadiuvato da uno staff. Assumere servirà quindi anche a questo. Si verranno a creare dei distaccamenti della Rap. Occorre lavorare alla realizzazione di un sistema di videosorveglianza. Sappiamo bene che spesso i rifiuti ingombranti vengono portati dai comuni limitrofi al capoluogo siciliano”.
Un piano che mira, attraverso quattro assi di intervento, a realizzare un upgrade tecnico dell’impianto di Bellolampo. “Tutto ciò servirà a realizzare un polo tecnologico ed energetico nell’ambito di quella che abbiamo definito la transizione ecologica della città. Esso sarà costituito da un impianto di trattamento degli ingombranti, già peraltro finanziato per 8 milioni. Quindi riteniamo che si debba dare rapida attuazione. Inoltre, servirà un impianto di smistamento di carta, cartone e plastica. E’ un impianto che riteniamo possa costare intorno ai 20 milioni, rintracciabili nelle pieghe del PON Metro o del PO-FESR”.
“Il terzo elemento che comporrà il polo di Bellolampo – continua Miceli – è l’impianto di biometano, cioè la possibilità di fare dell’energia pulita. E’ stato firmato un contratto di project financing, ma si aspettano le autorizzazioni della Regione. Serviranno 16 mesi per concluderlo. Il quarto elemento comprenderà un impianto fotovoltaico di copertura delle vasche. Anche questo impianto soggiace ad una autorizzazione della Regione relativamente della copertura della IV vasca. Un impianto che sarà in grado di produrre 5 Megawatt”.
Nodo focale riguarda la gestione del prodotto indifferenziato residuale, ovvero quella parte che non può essere inserita all’interno della RD. Fatto sul quale Miceli sottolinea la propria scelta in senso green, anche se non esclude il ricorso ai termovalorizzatori.
“La scelta degli inceneritori dipende dalla Regione, uno a Catania e uno a Gela. Non ho capito con quale criterio. Noi pensiamo di seguire un’altra strada. Le statistiche dicono che il massimo che puoi raggiungere è l’80%. Il termovalorizzatore potrebbe essere utile per quella quota non differenziabile. Personalmente, la tecnologia è cresciuta moltissimo rispetto a quelli del passato. Rimane sempre un’area di rischio. Noi scegliamo la nostra strada, ecologica e per fare energia pulita. Mi rendo conto però che una parte residuale si possa trattare con questo sistema“.