Roberto Lagalla sceglie lo Zen 2 per la partenza del suo tour in camper fra le strade di Palermo. Un viaggio fra i quartieri del capoluogo siciliano per conoscere meglio le emergenze dei residenti e delle varie zone della città. Giro iniziato dalla scuola Giovanni Falcone di via Pensabene, arteria viaria ben nota per i numerosi roghi appiccati ad auto rubate e per il costante abbandono di rifiuti.
Un plesso scolastico selezionato simbolicamente in vista delle celebrazioni del trentennale delle stragi di mafia. “Nel segno di questa identità civile – ha sottolineato Roberto Lagalla -, dobbiamo avviare le attività del Comune e coinvolgere il mondo del volontariato. Ciò per ripristinare luoghi di aggregazione che possano sottrarre i giovani dalla malavita organizzata”. Scelta che però ha finito per alzare un polverone di polemiche.
Lagalla: “Zen periferia delle periferie”
Un incontro al quale era presente la preside dell’istituto Daniela Lo Verde e diversi esponenti dell’associazionismo del quartiere. Fra questi anche lo staff della parrocchia di San Filippo Neri. Un camper che ha faticato a raggiungere il luogo dell’incontro, dovendo schivare le numerose cataste di rifiuti ingombranti presenti in via Pensabene, alcune delle quali persino bruciate. Area nella quale, in passato, abbiamo documentato a fondo anche un altro fenomeno, quello delle auto incendiate. Un problema non solo ambientale ma anche igienico-sanitario, che costringe i residenti a vivere ai margini.
Fatto sottolineato dallo stesso Lagalla, che ha definito come “drammatiche” le condizioni dell’area dello Zen 2. “Questa è una periferia della periferia. Ci sono difficoltà di collegamenti, di relazioni costanti con il resto della città. Fare una priorità delle emergenze è poco utile. Qui esiste un’emergenza delle persone, alla quale bisogna guardare con attenzione. La prima emergenza è quella educativa, ma ha tempi lunghi d’attuazione. Abbiamo il dovere di mettere in campo alcune funzioni che possano migliorare i servizi. E dare ai cittadini la sensazione che l’Amministrazione è presente, anche attraverso un controllo del territorio che non è solo compito del Comune, ma che quest’ultimo dovrà concordare con le istituzioni competenti”.
“Istruzione forma di emancipazione sociale”
Il Professore ricorda poi il lavoro con le istituzioni scolastiche della zona, riconoscendo che c’è ancora tanto da fare. “Conosco bene i problemi dello Zen, avendoli appresi e studiati durante il periodo dell’assessorato regionale all’Istruzione. Si è creato con le scuole di questo territorio un rapporto speciale, che ha consentito di mettere in sicurezza i locali, di assicurare il tempo pieno e di recuperare gli apprendimenti perduti. Continueremo ad insistere su questo binario come forma di emancipazione sociale. Bisogna intervenire però con il miglioramento dei servizi. Ho visto condizioni igienico-ambientali drammatiche. E poi aiutare tutto l’associazionismo e il volontariato che fa capo alle parrocchie, ripristinando luoghi di aggregazione che possano sottrarre i giovani dalla malavita organizzata”.
“Io schiavo dei partiti? Mai stato, non inizierò alla mia età”
Non mancano i passaggi sulla campagna elettorale, in particolare sui rapporti con i partiti della coalizione e con gli avversari politici. “Affronto queste ultime settimane con lo stesso spirito con cui ho affrontato tutte le sfide della mia vita. La coscienza a posto, la volontà di fare rete e la fiducia nel consenso di chi mi conosce, in attesa dei risultati della democrazia. Mi hanno detto di tutto. Chi ha la coscienza pulita si tiene lontano da questo tipo di strumentalizzazione, distanti dalla considerazione della gente, che ha capito quando si deve votare e decidere, il ruolo della storia umana delle persone gioca un ruolo fondamentale. Basta non farsi fare ostaggio. E poi, questo si valuterà nell’andamento degli atti concreti. Nella mia vita non sono stato ostaggio di nessuno. Certamente, non inizierò alla mia età“.
Il caso sulla visita sull’incontro allo Zen 2
Una visita sulla quale però si sono scatenate le polemiche da parte delle opposizioni. In particolare da Mariangela Di Gangi, che parla apertamente di ingerenze fra mondo scolastico e politica. “Apprendo di un invito rivolto dalla dirigente scolastica Daniela Lo Verde, della scuola Falcone dello ZEN, ad un incontro “davanti i cancelli dell’istituto” con il candidato sindaco, ed ex assessore regionale con delega anche alla scuola pubblica, Roberto Lagalla. È un fatto gravissimo per tanti motivi, anche formali. La dirigente Lo Verde ha scritto un messaggio elettorale ai propri amici, o ai genitori della scuola dei cui contatti è in possesso in quanto funzionaria pubblica? In quest’ultimo caso si tratterebbe di una violazione della privacy da perseguire in ogni sede”.
“Ancora, si rende conto la dirigente pubblica Daniela Lo Verde del suo obbligo di terzietà politica durante una campagna elettorale? – attacca Mariangela Di Gangi -. È paradossale che di questa terzietà e apertura al confronto abbiano sentito l’esigenza le scuole private che hanno invitato tutti i candidati a un dibattito e non una dirigente pubblica che scambia la scuola che dirige per il salotto di casa sua. Ce n’è abbastanza per chiedere l’avvio di una ispezione ministeriale. E per finire, davanti ai cancelli della scuola Falcone, l’ex assessore alla scuola pubblica La Galla, sarà accompagnato dagli amici dei suoi amici condannati per mafia Cuffaro e Dell’Utri?”.
Polemiche che si uniscono a quelle lanciate dalla ‘concorrenza’ allo scranno di sindaco. Gli avversari di Roberto Lagalla hanno tenuto infatti un incontro a Villa Trabia. Manifestazione a cui era invitato anche lo stesso Professore ma che, per contemporaneità di impegni allo Zen 2, non ha potuto presenziare. Fatto sottolineato dagli altri candidati, che hanno messo un cartello con suscritto “Roberto Lagalla” su una sedia vuota.
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